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4 settembre 2023

Parole-nuvole


 

Le parole-nuvole di questa poesia sono così leggere, così riposanti e musicali che ti senti dondolare in aria e potresti addormentarti, lì, tra quelle nuvole…

 

(Non sono solo nuvole le nuvole
che nuvola più nuvola più nuvola
fanno disfanno nel cielo figure
di maghi di draghi o serpi o sirene
ma sillaba più sillaba con cura
staccano voci musiche serene
queste che fra parentesi ho posate
sulla prora di nuvole d’estate)

Pierluigi Cappello, da Azzurro elementare, Rizzoli, 2014

°ascoltando Max Richter – Written on the Sky https://www.youtube.com/watch?v=h2L3yoRgI3E

 
 

 


25 ottobre 2021

Buoni propositi

 

(Pensieri troppo pesanti e zavorre inutili: con moderazione)

***

Proposito di dieta

A questo mondo voglio
essere più leggera:
già regge troppo peso
Voglio dimagrirmi il passo
qualche chilo per ogni piede
Lo voglio sgravare
poggiare l’essenziale

Alessandra Racca, da Consigli di volo per bipedi pesanti, Neo edizioni

°ascoltando Gianmaria Testa – Le traiettorie delle mongolfierehttps://www.youtube.com/watch?v=ow4y61l13_k


20 marzo 2021

Riconoscere i pesi

 


 

Il nome delle cose

Se vola una piuma e il petalo
sfuggito alla sua rosa
anche tu volerai
volerò anch’io:
dopo tanto tempo ho capito
quale nome dare al peso
buio
in fondo alla memoria.

Dare il nome a ogni cosa
è la prima lezione di volo.

Irene Marchi, da Dimmi come stai, Cicorivolta Editore, 2022

° ascoltando Dire Straits-Why Worry https://www.youtube.com/watch?v=_03uXQiz6eY


4 luglio 2018

Voglia di leggerezza

 

Padova – Murales nei pressi di Piazza dei Signori (di Kenny Random)


Forse la nostra ombra lo conosce il segreto della leggerezza nei pensieri.

***

Che cosa chiederesti

Che cosa chiederesti
                                     alla tua ombra
prima del tramonto?
«Sostienimi!» vorrei chiederle io,
«Sostieni il peso
– non tutto! Anche solo di una parte dei pensieri –
sostieni il mio cielo
                                  quando cade a pezzi
sostieni la mia terra
                                   quando trema
sostieni il respiro
                               quando sembra stancarsi.
Sostienimi: tu hai la leggerezza che mi manca».
 
Irene Marchi, da La parte in ombra, Edizioni Ensemble, 2018

* ascoltando Keane – My Shadow https://www.youtube.com/watch?v=lnO2AJiMUZ0


8 marzo 2018

Leggerezza

 

Ogni tanto affidati alla leggerezza e vai, sotto la pioggia o nel sole, senza preoccuparti di nulla.

(Solo ogni tanto).

  ***

Mentre vado sola

Mattina luminosa. Nulla teme l’oblio.
Io celebro con essa la festa delle strade.
Poco più ho per certo in questa vita breve
iniziata un giorno di molti anni fa.
Mi domandi se credo, se cerco verità.
Sono qui e osservo il mondo. Vado e non ho risposte,
senza preoccuparmi, e non è poi tanto male.

                     *

Mientras conmigo voy

Luminosa mañana. Nada teme al olvido.
Yo celebro con ella la fiesta de las calles.
Poco más tengo cierto en esta vida breve
que comenzó otro día de hace ya muchos años.
Me preguntas si creo, si busco otras verdades.
Aquí estoy viendo el mundo. Camino sin respuestas,
a la buena de Dios, que no es tan mala cosa.

Dionisia García (Fuente-Álamo, 1929), da Anche se al buio (Aun a oscuras), 2001

°ascoltando Dave Brubeck – Take Five https://www.youtube.com/watch?v=vmDDOFXSgAs


 


27 febbraio 2018

Bambina

 

E tu, che cosa vorresti essere?

***

Io vorrei essere bambina
per accoppiare le nubi a distanza
(alte claudicanti della forma),

 
per giungere all’allegria delle piccole cose
e domandare,
come chi non lo conosce,
il colore delle foglie.
Com’era?

 
Per ignorare ciò che è verde,
il verde mare,
la risposta salubre del tramonto in ritirata,
il timido gocciolare degli astri
sul muro del vicino.

 
Essere la bambina
che cadeva d’improvviso
dentro un treno con angeli,
che arrivavano così, in vacanza,
a correre brevemente tra le uve,
o attraverso notturni
fuggiti da altre notti
di geometrie più alte.

 
Però adesso, che cosa devo essere?
Se mi sono nati questi occhi così grandi
e questi chiari desideri di sbieco.

 
Come potrò essere ora
quella che voglio io
bambina di verdi,
bambina vinta di contemplazioni
che cade da se stessa rosea

 
… se mi dolse moltissimo dire
per raggiungere nuovamente la parola
che fuggiva,
saetta scappata dalla mia carne,

 
e mi ha addolorato molto amare a tratti,
impenitente e sola
e parlare di cose incompiute,
tinte cose di bimbi,
di candore dissimulato,
o di semplici api
aggiogate a tristi rosari.

 
O essere colma di questi scatti
che mi cambiano il mondo a grande distanza.

 
Come potrò essere ora,
bambina in tumulto,
forma mutevole e pura,
o semplicemente, bambina alla leggera,
divergente in colori
e adatta per l’addio
in ogni momento.

 
Eunice Odio (1919, San José, Costa Rica – 1974, Città del Messico), da Questo è il bosco e altre poesie, traduzione di T. Pieragnolo, 2009, Via del Vento

°ascoltando Jethro Tull – Greensleeves https://www.youtube.com/watch?v=nihsKqoC5yE


18 gennaio 2018

Riprendere fiato

 

Riposare un po’ prima di riprendere la strada (troppo spesso in salita): questo il bisogno espresso nelle due poesie trascritte qui  sotto.  E quasi si possono toccare,  in ogni verso,  tutta la fatica già vissuta  e  il bisogno di una leggerezza forse mai provata.

***

XIII
Su questo poggio d’erbe
leggere di gennaio
e lunghe quanto il raggio
che si spegne in loro

poter riposare, riposare…
tra il dire e il pensare, seduto
sul nulla, riprendere fiato
levare scheggia dopo scheggia

il male dei passi portati
e da portare ogni giorno.
E dopo ripartire

con per sentiero l’anima
che è vivaio di versi
amaro amaro amaro.

 

Intal rivâl di jerbis
lizeris di Zenâr
e lungjis tant che il rai
che si distude in lôr

podê polsâ, polsâ…
tra dî e pensâ, sentât
sul nuie tirâ il flât
gjavâ scae sore scae

il mâl dai pas puartâts
e di puartâ ogni dì.
E po tornâ a partî

cu l’anime par troi
ch’al è vivâr di viers
amâr amâr amâr.

*

XV
Come vorrei rimanere,
Donzel, meno che il piú
dimenticato degli uomini
spettinato e selvatico
 
fratello del prato posato
sulla luce verde
del prato, come vorrei
la carità del vento
 
a carezzarmi mani
e fronte e con gli occhi
succhiare lassú la polpa

profonda del cielo, e dentro
sentirmi attraversare la rabbia
pacificata del mare.

 

Ce ch’o vorès restâ
Donzel, mancul che il plui
dismenteât dai oms
dispetenât salvadi

fradi dal prât poiât
su la verde lusere
dal prât, ce ch’o vorès
la caretât dal vint

a cjarinâmi mans
e çarneli, e cui vôi
çupâ lassù la polpe

fonde dal cîl, e dentri
sintî passâ la rabie
cuietade dal mâr.

Pierluigi Cappello, da Il me Donzel, in Azzurro elementare, Bur, 2013

°ascoltando  King Crimson – Moonchild
https://www.youtube.com/watch?v=1EVGR6rSu0c


1 novembre 2017

Due minuti di non saggezza

 


Questa mattina mi è arrivata la mail di un’amica  che ipotizzava l’idea di smetterla per un po’ (solo per un po’) di essere sempre solo saggi e saggi e saggi e ancora saggi. Ho pensato che fosse un’idea meravigliosa e di averne un bisogno estremo. E così ho cominciato subito (a smettere di cercare di mantenermi costantemente saggia) e ho scritto queste righe decisamente poco sagge. Giusto per prenderci un caffè. Buona giornata con un attimo in meno di saggezza!

 

Solo due minuti

Posa i tuoi pensieri saggi
– posali in un angolo lontanissimo dalla Terra –
vesti il tavolo di leggeri fogli colorati
accendi le note che ti ballano nel sangue
– ci sarà un passo di danza per ogni tuo dolore-
ridi per ogni errore su cui hai già pianto troppo.
Posa tutti  i tuoi pensieri saggi, poi  ti riprenderanno,
ma tu posali,
                 almeno per il tempo di un caffè.

 Irene marchi, da La parte in ombra, 2018, Edizioni Ensemble,

* ascoltando Bob Marley – Three Little Birds
https://www.youtube.com/watch?v=j3EOVe-8coE

 


10 maggio 2016

Sulla leggerezza dell’essere (quella sostenibile)

 


Vivere almeno quel poco di leggerezza che potremmo sostenere: quanto ci piacerebbe! Leggerezza che esiste, c’è, potremmo farla nostra… è che siamo bravissimi ad appesantirci, a complicare, a metterci i macigni sopra ai pensieri (al di là delle situazioni oggettive):  tendiamo ad aggiungere, inseguiamo il di più, ci allontaniamo da quello sguardo leggero.

 ***


Desiderio di cose leggere

Giuncheto lieve biondo
come un campo di spighe
presso il lago celeste

e le case di un’isola lontana
color di vela
pronte a salpare –

Desiderio di cose leggere
nel cuore che pesa
come pietra
dentro una barca –

Ma giungerà una sera
a queste rive
l’anima liberata:
senza piegare i giunchi
senza muovere l’acqua o l’aria
salperà – con le case
dell’isola lontana,
per un’alta scogliera
di stelle.

1° febbraio 1934

Antonia Pozzi, da Parole – Tutte le poesie, Edizioni Ancora, a cura di Graziella Bernabò e Onorina Dino

 

Ridurre!
Vogliamo dire qualcosa
in più della natura e si fa
l’incredibile errore di volerlo dire
con più mezzi invece
che con meno strumenti.

La luce e le forme razionali
sono in lotta, la luce
le mette in movimento, piega
angoli retti,
curva parallele,
costringe i cerchi dentro gli intervalli,
rende l’intervallo attivo.

Da tutto questo l’inesauribile
diversità.

Paul Klee, da Poesie di Paul Klee, traduzioni di Giorgio Manacorda e Ursula Bavaj.

 

°ascoltando Peer Gynt di Eduard Grieg, Suite n. 1, op. 46 “Il mattino”.


 

Ipotesi di percorso

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