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12 maggio 2016

Del prima, del dopo, di oggi, di domani…

 


Forse conviene davvero vivere il “qui e ora”… e poi ancora il qui e ora, e ora… ora… ora…

***

C’era qualcosa di buono

C’era qualcosa di buono
prima,
altrove.
Peccato
che sia così difficile
ricordarsi
di qualcosa di buono.
Sapere
com’era davvero.
Come davvero era.

Era, credo,
qualcosa di affatto abituale,
di meraviglioso.
Io l’ho,
credo, visto
e odorato
o afferrato.

Ma se fosse grande
o piccolo
nuovo o vecchio,
chiaro o scuro,
non lo so più.

Soltanto che era meglio,
molto meglio
di ciò che c’è adesso,
questo lo so tuttora.

Hans Magnus Enzensberger, da Chiosco, Einaudi, 2013.

 

 

Aspettativa

Di ieri in ieri
di domani in domani
i secondi curvano lungo
la circonferenza dell’attesa
circuendo più volte il nulla.
Il mio capo non trova posizione
in nessuna geografia
e si volge alterno
al passato e al futuro facendo capolino;
il suo cruccio è non sapere
da quale parte, semmai, verrai.

Valentino Zeichen, da Poesie 1963-2003, Mondadori.

 

 

Le tre parole più strane

Quando pronuncio la parola Futuro
la prima sillaba va già nel passato.

Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.

Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualcosa che non entra in alcun nulla.

Wislawa Szymborska, da Attimo, in La gioia di scrivere – Tutte le poesie (1945-2009), traduzione di Pietro Marchesani, Adelphi.

 

°ascoltandoVasco Rossi – Vivere.

 

Ipotesi di percorso

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