Alla povera mia fragilità
tu guardi senza dire una parola.
Tu sei di marmo, ma io canto,
tu – statua, ma io – volo.So bene che una dolce primavera
agli occhi dell’Eterno – è un niente.
Ma sono un uccello, non te la prendere
se è leggera la legge che mi governa.Marina Cvetaeva (Mosca, 1892-1941), da Scusate l’Amore. Poesie 1915-1925, Passigli, 2013
°ascoltando Pink Floyd – Learning To Fly https://www.youtube.com/watch?v=eCB_INs2E24
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