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6 maggio 2021

Ba(rco)llando sul mondo

 


Quando balliamo (e non per forza bene) non muoviamo solo il corpo, muoviamo anche le emozioni, allontaniamo il torpore dei pensieri. Anche da fermi è possibile ballare: con i pensieri, appunto, slegandoli dalla fissità e lasciandoli liberi di barcollare senza una meta, sorretti dalla bellissima “forza di levità” di cui si parla in questa poesia:

Ballare adesso bisogna ballare
come una scimmia come un albero
che all’improvviso straripa di fioriture
come un asino che raglia ballare
non danzare, barcollare di qua e di là
da un piede all’altro da un’anca a un ginocchio
e con la gravità fare un duetto
la forza di lievità ti spicca
appesa a una mano d’aria
ormeggi le perplessità a terra
e balli i danneggiamenti i guasti le sventure
appassisci tutta intera. Slegare gesti
lanciarli ai cieli della stanza
così abbondante è il mondo
non mancare a nessuno: tu ballare.

Chandra Livia Candiani, da La domanda della sete, Einaudi, 2020

°ascoltando Camel – Rain Dances


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