Saltellando tra i banchi (e i ricordi) di scuola con tre poesie, candide e fresche, dello scrittore colombiano Jairo Anibal Niño.
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Non trovi più il tuo quaderno di geometria.
L’ho rubato io dal tuo zainetto.
Non sei voluta venire alla matinèe con me,
domenica scorsa.
I miei amici mi hanno raccontato
che ti hanno vista con Bermudez,
quell’armadio che fa lotta libera.
Mi hanno raccontato che eri molto carina
e che ridevi a ogni battuta.
Non trovi più il tuo quaderno di geografia.
Adesso che sta piovendo
affacciati alla finestra
e vedrai passare ottanta barchette di carta.
Non trovi più il tuo quaderno di geografia.*
E a me che importa se non mi ami!
Non hai sentito quando sei mesi, due giorni,
quattro ore, quindici minuti e tre secondi fa
ti ho chiesto: “Mi fai un favore, puoi tenermi il cuore
e la sciarpa, che fra un po’ vengo a riprenderli?”
Ovvio, non nego che sei mesi, due giorni
e quattro ore fa mi hai restituito la sciarpa.*
Quando passi
cade un quaderno,
un piede inciampa,
degli occhiali scivolano,
una gola si chiude,
due mani sudano,
una sciarpa si perde.
Il fatto è che
il quaderno,
il piede,
gli occhiali,
la gola,
le mani
e la sciarpa
sono pazzi di te.Jairo Anibal Niño (Colombia, 1941 — 2010), tratte da Mi fa male la pancia del cuore, Sonzogno, 2001, traduzione di Anna Mioni
°ascoltando Sam Cooke – What A Wonderful World https://www.youtube.com/watch?v=R4GLAKEjU4w