“(…) quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta (…)”
Haruki Murakami, da Kafka sulla spiaggia
*
Venne un vento come un corno –
tremò attraverso l’erba
e un verde brivido sulla calura
passò tanto minaccioso
che sbarrammo porte e finestre
come da uno spettro di smeraldo –
il mocassino elettrico del giudizio
proprio allora passò –
Una strana folla di alberi ansimanti
e staccionate in fuga
e fiumi dove le case correvano
vide chi visse – quel giorno –
La campana nel campanile impazzito
riferì le notizie volanti –
Quanto può venire
e quanto può andare
eppure il mondo restare!***
There came a Wind like a Bugle –
It quivered through the Grass
And a Green Chill upon the Heat
So ominous did pass
We barred the Windows and the Doors
As from an Emerald Ghost –
The Doom’s electric Moccasin
That very instant passed –
On a strange Mob of panting Trees
And Fences fled away
And Rivers where the Houses ran
Those looked that lived – that Day –
The Bell within the steeple wild
The flying tidings told –
How much can come
And much can go,
And yet abide the World!Emily Dickinson, “There came a Wind like a Bugle” (J 1593 / F 1618), 1883, traduzione di Giuseppe Ierolli
°ascoltando Bob Dylan – Shelter from the Storm https://www.youtube.com/watch?v=-gsDBuHwqbM