Trovo molto belli questi versi. Formano quasi una preghiera rivolta a qualcuno o a qualcosa: forse alla vita? al coraggio? o a Dio? forse a un angelo? all’amore? alla poesia? o forse a una persona che non c’è più? Per ognuno può essere qualcosa di diverso.
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Parlami con segni con cenni
briciole sul davanzale
ideogrammi di ombre su piastrelle
trattami come un uccello spaventato
come uno squilibrio nel tuo perfetto
ordine di conti chiusi;
rincuorami, ridammi sede
nel petto acceso e non
questo parcheggio sotterraneo
in cui vivo sola senza discorsi
per i cosiddetti vivi, senza ponti.
Sono matassa di smarrimenti
senza disegno, sono calce
viva sotto pelle
di tamburo che vibra
a ogni sfioramento sono
bambino sbucciato
corso via perdutamente e poi caduto
a terra, come sparato
al cuore. Su questi frammenti
soffia parola viva
vispa abitata da api
della luce. Io sono lì
nel tuo pugno
a prendere il sole
pianissimo
per non svegliarti.Chandra Livia Candiani (Milano, 1952), da La bambina pugile ovvero La precisione dell’amore, Einaudi, 2014
°ascoltando Pink Floyd - High Hopes - https://www.youtube.com/watch?v=jl0d0Q7MyzA