27 settembre 2020

Occhi negli occhi

 


 

Amedeo Modigliani, Ritratto di Dédie (1918) olio su tela, Parigi, Musée National d’Art Moderne, Centre Georges Pompidou.

(Senza parole: bastano gli occhi)

***

 

Quando tu chiudi gli occhi
le tue palpebre sono aria.
Mi trascinano:
vado con te, dentro.

Non si vede nulla, non
si sente nulla. Superflui
gli occhi e le labbra,
in questo mondo tuo.
Per sentire te
non valgono
i sensi consueti,
che si usano con gli altri.
Bisogna attenderne di nuovi.
Si cammina al tuo fianco
sordamente, al buio,
inciampando nei forse,
nelle attese; sprofondando
verso l’alto
con gran peso di ali.

Quando tu riapri gli occhi
io torno fuori,
ormai cieco,
inciampando ancora,
senza vedere, nemmeno, qui.
Senza sapere piú vivere
né in quell’altro, nel tuo,
né in questo
mondo scolorito
dove io vivevo.
Incapace, indifeso
fra l’uno e l’altro.
Andando, venendo
dall’uno all’altro
quando tu vuoi,
quando apri, quando chiudi
le palpebre, gli occhi.

Pedro Salinas, da La voce a te dovuta, Torino, Einaudi 1979, traduzione di Emma Scoles

 

  • ascoltando Pomplamoose ft. The Vignes Rooftop Revival  – Les Yeux Noirs (cover della versione di Django Reinhardt; Oči čёrnye è il titolo in lingua russa, da pronunciare Oci ciornie) è una poesia del poeta ucraino Èvgen Pavlovič Hrebinka, poi musicata e divenuta una canzone popolare russa)  https://www.youtube.com/watch?v=gfiqW1WaGbw

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