Non è sempre facile (né risolutivo) trovare le parole per chiedere perdono a qualcuno, ma una richiesta scritta così, come nella poesia di Salinas (la richiesta in foto è un po’ più concisa), può essere piuttosto convincente…
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Perdonami se ti cerco così
goffamente, dentro
di te.Perdonami il dolore, qualche volta.
È che da te voglio estrarre
il tuo migliore tu.
Quello che non vedesti e che io vedo,
immerso nel tuo fondo, preziosissimo.E afferrarlo
e tenerlo in alto come trattiene
l’albero l’ultima luce
che gli viene dal sole.E allora tu
verresti a cercarlo, in alto.
Per raggiungerlo
alzata su di te, come ti voglio,
sfiorando appena il tuo passato
con le punte rossate dei tuoi piedi,
tutto il corpo in tensione d’ascesa
da te a te.E allora al mio amore risponda
la creatura nuova che tu eri.Pedro Salinas, da La voce a te dovuta, Einaudi, 1997, traduzione di Emma Scoles
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Perdóname por ir así buscándote
tan torpemente, dentro
de ti.Perdóname el dolor, alguna vez.
Es que qiero sacar
de ti tu mejor tú.
Ese que no te viste y que yo veo,
nadador por tu fondo, preciosísimo.Y cogerlo
y tenerlo yo en alto como tiene
el árbol la luz última
que le ha encontrado al sol.Y entonces tú
en su busca vendrías, a lo alto.
Para llegar a él
subida sobre ti, como te quiero,
tocando ya tan sólo a tu pasado
con las puntas rosadas de tus pies,
en tensión todo el cuerpo, ya ascendiendo
de ti a ti misma.Y que a mi amor entonces, le conteste
la nueva criatura que tú eras.
- ascoltando Avishai Cohen – Structure in Emotion https://www.youtube.com/watch?v=GKYmK64GX8A