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29 settembre 2017

Di amore, di vita, di cose difficili

 

Palazzo Zabarella, Padova – Mostra di Federico Zandomeneghi- particolare di Coppia al caffè (1885)


Due poesie del poeta argentino  Roberto Juarroz (1925-1995) per  descrivere due luoghi difficilissimi da raggiungere.

 

Il centro dell’amore
non sempre coincide
con il centro della vita.

Entrambi i centri si cercano dunque
come due animali tormentati.
Ma quasi mai si incontrano,
perché la chiave della coincidenza è un’altra:
nascere insieme.

Nascere insieme,
come dovrebbero nascere e morire
tutti gli amanti.

Roberto Juarroz, da Ottava Poesia Verticale

***

Un amore al di là dell’amore,
più alto del rito del legame,
al di là del gioco sinistro
della solitudine e della compagnia.
 
Un amore che non abbia a ritornare,
ma a non andarsene più.
Un amore non sottomesso
alle frenesie d’andare e venire,
d’essere svegliati o addormentati,
di chiamare o di tacere.
 
Un amore per essere insieme
o per non esserlo,
ma anche per tutti gli stati intermedi.
 
Un amore che sarebbe
come aprire gli occhi,
e forse anche come chiuderli.
 

Roberto Juarroz, da Quinta poesia Verticale (l’opera di Juarroz è riunita con il titolo unico di Poesia verticale, cambia solo il numero d’ordine delle varie raccolte: Seconda, Terza, Quarta e così via), traduzione di Roberta De Francesco.

°ascoltando  Fleetwood Mac – Albatross https://www.youtube.com/watch?v=QooCN5JbOkU

 


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