Illustrazione di Giulia Orecchia, da https://www.instagram.com/giuliaorecchia/
L’alfabeto fossile sa più cose (giuste) di quello umano
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Alfabeto fossile
il fossile trovato non racconta
che i miei occhi azzurri guardano oltre i tuoi occhi
che i tuoi occhi neri si distolgono dai miei occhi
che il mio avambraccio bianco non riposa
semplicemente accanto al tuo avambraccio nero
che i miei capelli lisci dormono accanto ai tuoi capelli crespiil fossile tuttavia racconta fino all’ultima vertebra
che la costa continuò dolorosamente a chiamare
il continente di cui un tempo fu parte
che il fynbos* singhiozzò forte per gli amici strappati
che le rocce rugginose della costa agognarono per il fratello di sangue
scivolato alla derivama il fossile sa che un tempo tutto era congiunto
che abbiamo aperto i nostri cuori l’uno all’altra
soltanto noi non sappiamo
perché ora ci tratteniamo in questa spietata unità
e con tanta furiosa avversione
*Fynbos fine bush, la tipica macchia del Sudafrica
Antjie Krog (Kroonstad, Sudafrica, 1952), traduzione Renate Kuen (fonte: http://archivio.el-ghibli.org/index.php.html El Ghibli – Rivista Online della letteratura della migrazione)
°ascoltando Daniel Waples and Friends – Petit Son https://www.youtube.com/watch?v=1GHXaTm6NWI