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7 settembre 2017

Solo un nome

 


«[…] Si deve diventare un’altra volta così semplici e senza parole come il grano che cresce, o la pioggia che cade. Si deve semplicemente essere.»

Etty Hillesum  (tratto dal 9 luglio 1942, in Diario 1941-1943)


Sarebbe bello ritornare bambini: voltarci leggeri verso il suono che corrisponde al nostro nome. Senza alcun pezzo di questi scafandri che ci siamo messi addosso con gli anni, fatti di giri di parole e certezze troppo simili a luoghi comuni. Sarebbe bello poter esibire solo un nome e il nostro sguardo.

***

Come ti chiami?

Solo il mio nome
mi sta nelle tasche,  tondo
come una certezza.
Chiedimi: «Come ti chiami?» e ti saprò rispondere
– rotoleranno timide ma svelte le lettere –
altro non ti so dire
– potrebbe aprirsi il vuoto
                         sotto il peso di un’affermazione –
o forse anche una supplica ti saprò accennare:
«…  torniamo semplici?».
                           Come ti chiami?

Irene Marchi, da La parte in ombra, Edizioni Ensemble, 2018 

°ascoltando Lynyrd Skynyrd – Simple Man


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