Quel ronzio molesto, quei pensieri tiranni, quella musica che-non-vuoi-sentire-ma-guarda-caso-oggi-se-la-contendono-tutte-le-radio.
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Musica di sottofondo
Ci sono pene che finiscono
col farci vergognare:insipida, disonorata, monocorde
come il ronzio
del calabrone contro il vetro o come
una vecchia zia che si insedia in casa
e tesse e tesse borbottando,
cosìquesta pena che mai se ne andò
e che macchia di fuliggine le mattine.Nel cinema, nella doccia, nel mercato,
nel mezzo della sera o della notte
la pena dice identiche parolesenza angosce,
senza sfumature,
sorda,
monotematica,
invincibile.A volte, tuttavia, il feroce
scorpione nascosto si sveglia,salta
sopra il mio cuore.
Il suo morso
torna a farlo sanguinare.
Dal dolore deduco che non sono morta.Piedad Bonnett, da Fuoco Fatuo, ed. Forme Libere, 2012, traduzione di Luca Baù e Alessandra Merlo
°ascoltando Avishai Cohen – Remembering
https://www.youtube.com/watch?v=o6vptqMYk3g