Immagine dalla copertina di Antologia degli sconfitti-Cronaca quasi poetica del presente, di Niccolò Zancan, Einaudi, 2024 |
Due passi di prosa molto poetica che raccontano realtà vera (e poco poetica)
***
L’ex
Andavo ai giardini della scuola Deledda,
per vedere se c’erano le tue Ceres vuote.
Ci andavo ogni notte tardi,
quando sapevo che te ne eri andata.
Quattro Ceres, cinque Ceres.
Una fila di bottiglie, soldatini allineati.
Il tuo cane pisciava. Tu bevevi una Ceres.
Io venivo a succhiare l’ombra della tua bocca.
Il lunedì arrivava il camion della raccolta rifiuti,
e si ricominciava da capo.
Ma ieri notte, per la prima volta da maggio,
vicino alle tue Cers c’era anche una Tennet’s vuota.
Così ho capito che non dormi più da sola.
*
Il senza casa
Alle nove di sera cerco un parcheggio ben illuminato.
Piazza d’Armi, via Zino Zini, il multisala di via Livorno.
È una cosa assurda quella che faccio: perché io odio la luce.
La luce non mi fa dormire.
E poi sono gli altri, in teoria, che dovrebbero preoccuparsi di me.
Ho capito che quando finisci a dormire in auto, sei già
diventato uno che fa paura.
Per questo dovrei sentirmi al sicuro, rincuorato dalla mia
stessa sfiga.
Ma non ce la faccio. I ragionamenti non mi bastano.
Vivo in macchina da poco. E non mi fido.
Mi metto sotto il lampione. Penso al mio iPad.
Penso al mio vestito blu per i colloqui di lavoro. Alle scarpe
da centonovanta euro.
E mi viene paura: ho paura che mi portino via anche quelle
scerpe.
La mia fortuna è che a mezzanotte arriva Mary, che farà pure
la puttana, ma almeno mi ama, mi bacia in bocca, e dorme sul
sedile di fianco al mio.
Niccolò Zancan, da Secondo atto-Incongruenze, in Antologia degli sconfitti – Cronaca quasi poetica del presente, Einaudi, 2024
°ascoltando Moondog - Lament I (instrumental) - https://www.youtube.com/watch?v=jSimbyS_YlA