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25 ottobre 2024

La realtà (quella meno 'instagrammabile')

 

Immagine dalla copertina di
Antologia degli sconfitti-Cronaca quasi poetica del presente,
di Niccolò Zancan, Einaudi, 2024

Due passi di prosa molto poetica che raccontano realtà vera (e poco poetica)

***

L’ex

 

Andavo ai giardini della scuola Deledda,

per vedere se c’erano le tue Ceres vuote.

Ci andavo ogni notte tardi,

quando sapevo che te ne eri andata.

Quattro Ceres, cinque Ceres.

Una fila di bottiglie, soldatini allineati.

Il tuo cane pisciava. Tu bevevi una Ceres.

Io venivo a succhiare l’ombra della tua bocca.

Il lunedì arrivava il camion della raccolta rifiuti,

e si ricominciava da capo.

Ma ieri notte, per la prima volta da maggio,

vicino alle tue Cers c’era anche una Tennet’s vuota.

Così ho capito che non dormi più da sola.

 *

Il senza casa

 

Alle nove di sera cerco un parcheggio ben illuminato.

Piazza d’Armi, via Zino Zini, il multisala di via Livorno.

È una cosa assurda quella che faccio: perché io odio la luce.

La luce non mi fa dormire.

E poi sono gli altri, in teoria, che dovrebbero preoccuparsi di me.

Ho capito che quando finisci a dormire in auto, sei già

diventato uno che fa paura.

Per questo dovrei sentirmi al sicuro, rincuorato dalla mia

stessa sfiga.

Ma non ce la faccio. I ragionamenti non mi bastano.

Vivo in macchina da poco. E non mi fido.

Mi metto sotto il lampione. Penso al mio iPad.

Penso al mio vestito blu per i colloqui di lavoro. Alle scarpe

da centonovanta euro.

E mi viene paura: ho paura che mi portino via anche quelle

scerpe.

La mia fortuna è che a mezzanotte arriva Mary, che farà pure

la puttana, ma almeno mi ama, mi bacia in bocca, e dorme sul

sedile di fianco al mio.

Niccolò Zancan, da Secondo atto-Incongruenze, in Antologia degli sconfitti – Cronaca quasi poetica del presente, Einaudi, 2024

°ascoltando Moondog - Lament I (instrumental) https://www.youtube.com/watch?v=jSimbyS_YlA

11 gennaio 2023

Allontanarsi dalle cose

 


(…) Il mondo, sempre meno presente. Se ne poteva anche fare a meno (…)”:
Ci sembra di non poter proprio fare a meno di tutto ciò che “abbiamo”, ma a ben guardare più di qualche cosa non ci è realmente necessaria. Tu di che cosa potresti anche fare a meno?

***

XXIX

Lo scomparire come favore, canto dell’allontanarsi nel paesaggio d’un tempo. Ancora, nel buio, tira le sue corde, ma non per liberarsi. Questo voleva essere: il prigioniero libero che nella memoria ha studiato il mare, il risucchio dell’acqua, movimento. Il mondo, sempre meno presente. Se ne poteva anche fare a meno. Con le spalle volte ai sussurri, alle voci, a tutto ciò che sente un cieco nella casa sconfinata che è lui stesso. Casa senza ospiti, corridoi e scale di paragone, i pensieri come massime, sempre la stessa. E ancora il sogno dell’attesa, il rumore d’un passo, il sonno.

Cees Nooteboom, da Autoritratto di un altro, Crocetti Editore, 2021

°ascoltando The Old Sea (Handpan Music – David Kuckhermann & Milena Holtz) – https://www.youtube.com/watch?v=F8vZdE9Smtg&t=8s


5 luglio 2021

Parole aromatiche

 

Non sarebbe bello avere sul balcone una piantina che regala parole aromatiche (sottolineo “aromatiche” e non “aromatizzate”: le prime sono profumate dentro, le seconde solo  in superficie)? Certo, bisogna averne cura, ma credo che ne valga la pena.

***


“(…) Proprio nell’appartamento sopra il nostro sta il signor Basilico.

Lui si chiama Basilio, ma io gli ho cambiato il nome perché Basilico mi sembra perfetto.

Il signor Basilico coltiva parole belle nel suo balcone. Sono parole aromatiche, quelle che danno il buon profumo alle frasi.

Ha una pianta di sciabordio con le foglie ondulate e i fiori blu oltremare.

Un alberello di nevischio con aghi freddi che pungono le dita.

In un angolino, ben protetto, c’è un piccolo arbusto di albeggiare con bacche rosa e brillanti.

Tralci di pepita che si arrampicano sulla ringhiera e fanno minuscoli frutti dalla pelle d’oro.

C’è anche un ceppo di socchiudere, coi germogli che si spalancano piano.

Una siepe di cangiante, ha i boccioli che cambiano colore se ti sposti di un passo.

Un rovo di sussurri, non l’avevo mai visto, pieno di spine che accarezzano invece di fare male.

Il balcone del signor Basilico è un giardino stupendo.

Spesso le piante si mettono d’accordo e fioriscono tutte insieme: che allegria!

Quando il signor Basilico annaffia il suo giardino, gocciola sul nostro terrazzino di cemento qualche lettera in corsivo, e qualche sillaba in stampatello, e perfino piccole parole intere. (…)

Cristina Bellemo (testo) e Gioia Marchigiani (illustrazioni), da Tipi, Edizioni Gruppo Abele, 2019

 ascoltando Giovanni  Allevi,  Scent of You  – Vhttps://www.youtube.com/watch?v=TGzGa86BCko


Chi mente?

     Capita che a volte non si capisca chi manipoli di più la realtà:  la memoria che parla a noi   o noi che vogliamo credere a lei?  ***  ...