A Venezia non conviene muoversi come turisti, molto meglio camminare lentamente cercando le calli più “sconte”.
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Venezia
Venezia. Silenzio. Il passo
di un bimbo scalzo
sulle fondamenta
empie d’echi
il canale.
Venezia. Lentezza. Agli angoli
dei muri sbocciano
alberi e fiori:
come se durasse
un’intera stagione il viaggio,
come se maggio
ora
li sdipanasse
per me.
Al pozzo di un campiello
il tempo
trova un filo d’erba tra i sassi:
lega con quello
il suo battito all’ala
di un colombo, al tonfo
dei remi.(1933)
Antonia Pozzi (1912-1938), poesia che, per volere di Vittorio Sereni, è uscita postuma su “Corrente”, anno III, n. 7, 15 aprile 1940, p. 4
*ascoltando Francesco De Gregori – Miracolo a Venezia - https://www.youtube.com/watch?v=XZrgAK4abNs