“Di’ qualcosa!” l’incitazione ricorrente per tentare di definire l’indefinito.
***
La pietra perifrastica
Parla
Di’ qualcosa, una qualsiasi.
Soltanto non stare come un’assenza d’acciaio
Scegli una parola almeno,
che possa legarti più forte con l’indefinito.
Di’ “ingiustamente” “albero” “nudo”
Di’ “vedremo”
“imponderabile”,
“peso”.
Esistono così tante parole che sognano una veloce, libera, vita con la tua voceParla
Abbiamo così tanto mare davanti a noi
Dove noi finiamo inizia il mare
Di’ qualcosa
Di’ “onda”, che non sta, arretra
Di’ “barca”, che affonda se troppo la riempi con periodi
Di’ “attimo”,
che urla aiuto affogo,
non lo salvare,
Di’, “non ho sentito”Parla
Le parole hanno inimicizie,
hanno antagonismi
se una ti imprigiona,
l’altra ti libera.
Tira a sorte una parola dalla notte.
La notte intera a sorte
Non dire “intera”,
Di’ “minima”,
che ti permette di fuggire.
Minima
sensazione,
tristezza
intera
di mia proprietà
Intera notteParla
Di’ “astro”, che si spegne
Non diminuisce il silenzio con una parola…
Di’ “pietra”,
che è parola irriducibile
Così, almeno
che io possa mettere un titolo
a questa passeggiata lungomare.Kikí Dimulà (Atene, 1931-2020), da Il poco del mondo, 1971, in Antologia della poesia greca contemporanea (Crocetti Editore, 2005)
°ascoltando Cat Stevens – Kypros https://www.youtube.com/watch?v=CXpfzaxgUnY
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