Ancora per il tema ‘amore che (anche) ferisce’ cito questa volta il poeta Jaques Prévert (1900-1977). L’amore è uno dei temi fondamentali di questo autore; in particolare egli considerava l’amore (quello vero, libero, che non conosce mezze misure) come una potente forza rigeneratrice e vitale. Per Prévert l’amore è la scoperta che sconvolge l’esistenza e può liberare da un mondo di meschinità e volgarità. Così scrive in Questo amore: «Questo amore/ Così violento/ Così fragile/ Così tenero/ così disperato/ Questo amore/ Bello come il giorno/ Cattivo come il tempo/ Quando il tempo é cattivo/ Questo amore così vero/ […] Oh sì gli grido/ […]Non avevamo che te sulla terra/ Dacci un segno di vita/ […] Sorgi improvviso/ Tendici la mano/ Portaci in salvo»: amore che, nonostante i suoi aspetti contradditori, è visto come salvezza.
Nelle due poesie che cito qui, però, l’amore, per quanto bello, è visto soprattutto come fonte di sofferenza: quella di un cuore ferito, appunto (ma in Immenso e rosso, sopravvive ancora una speranza).
Il tenero e rischioso volto dell’amore
Il tenero e rischioso
volto dell’amore
m’è apparso la sera
di un giorno troppo lungo
Forse era un arciere
con l’arco
o forse un musicista
con l’arpa
Io non so più
Io non so nulla
Tutto quel che so
è che m’ha ferita
forse con una freccia
forse con un canto
Tutto quel che so
è che m’ha ferita
e ferita al cuore
e per la vita
Scottante oh scottante
ferita dell’amore.
Immenso e rosso
Immenso e rosso
Sopra il grand Palais
Il sole d’inverno viene
E se ne va
Come lui il mio cuore sparirà
E tutto il mio sangue se ne andrà
Se ne andrà in cerca di te
Amore mio
Bellezza mia
E ti ritroverà
In qualunque posto tu stia.Tratte da Poesie d’amore e libertà, Ugo Guanda Editore, Parma
*ascoltando Al Green – How Can You Mend A Broken Heart https://www.youtube.com/watch?v=UgAFcvIw8J4