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5 luglio 2022

La danza

 



Sappiamo ancora danzare? sappiamo ancora agitare le braccia? no, no, non all’happy hour per ordinare ancora da bere, né per litigare nel traffico da bravi automobilisti rabbiosi: semplicemente per invocare la pioggia. Perché  abbiamo consumato, letteralmente,  all we can eat (and drink) e ora stiamo andando a fuoco: urge una danza della pioggia.

***

Sulle tracce della pioggia

Una nebbia di grasso sottile ingiallisce l’aria,
respiriamo budino caldo.
Le foglie in giardino crepitano
come antico taffetà. Il vecchio giardino.
Un tocco e si sgretolano.
Il prato è da dimenticare –
il vecchio prato –
anche se prosperano i denti di leone:
sopravvissuti ai nostri fragili ibridi.
Le loro radici si stringono all’argilla dura.

Da tutto il giorno esita la pioggia.
Si addensa, si trattiene.
Pigiamo sui nostri schermi touch,
valutando le probabilità
sulle mappe radar: scrosci verdi scorrono
da ovest a est,
svaniscono prima di colpire
il punto che siamo.
Un punto rosso allungato, come una voce da fumetto
senza parole,
come una lacrima a rovescio.
È lì che viviamo adesso,
dentro questo punto
color tostapane acceso;
dentro questa bolla rossa e secca.

Siamo in piedi sul non-prato,
con le braccia tese e la bocca aperta.
Sarà bruciare o annegare?
Anche se abbiamo dimenticato il mantra,
il canto, la danza,
invochiamo un oceano verticale,
azzurro puro, pura acqua.
Lascia che scenda.

Margaret Atwood, da Moltissimo (sezione IV), traduzione di Renata Morresi, Ponte alle Grazie, 2021

°ascoltando Le Orme – Danza Della Pioggiahttps://www.youtube.com/watch?v=-nvZZl5l7Gc


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