(…Tàaaxiii!)
Ho chiamato un taxi
ho chiamato un taxi
− sto aspettando; anche tu? − per tornare
al punto di partenza non m’importa
se uno giallo o un black cab o uno spaziale
l’ho chiamato − deve arrivare − lo pagherò
per tornare lassù con il mio groviglio
di ora lo so con la mia cartellina di ecco perché
là dove l’io è cominciato: ché ora farei meglio
ora forse sarei l’io giusto sulla giusta strada
con le risposte pronte e i nervi saldi
– anche una borsetta d’autostima, piccola –
ho chiamato un taxi – maledizione, quanto ci vuole? –
ho chiamato un taxi
spero di non aver sbagliato numero©irene.marchi.’24
°ascoltando René Aubry – Replay – https://www.youtube.com/watch?v=rjcpgWa6SqQ