illustrazione tratta da “Venezia”, di David Pintor, Ed. Kalandraka, 2017 |
(Anch’io, nella prossima vita. E tu?)
(…) Ma l’aspetto principale è che quel posto è talmente bello che ci puoi vivere senza essere innamorato. È così bella che lo sai bene che niente che nella vita tu ti possa inventare o realizzare, soprattutto in termini di pura esistenza, avrebbe una bellezza paragonabile. È così superiore. Se dovessi reincarnarmi, vorrei essere un gatto che vive a Venezia, qualsiasi cosa va bene purché a Venezia. Anche un topo. Dal 1970 avevo un’idea fissa: andare a Venezia. Avevo l’idea di trasferirmi e affittare un appartamento al piano terra in qualche palazzo sull’acqua, sedermi lì e scrivere (…)
Joseph Brodsky, dall’intervista Conversazioni, L’arte della poesia (Paris Review, New York, 1979)
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Strofe veneziane
Scrivo questi versi, seduto all’aperto
su una sedia bianca,
d’inverno, con la sola giacca addosso,
dopo molti bicchieri, allargando gli zigomi
con frasi in madrelingua.
Nella tazza si raffredda il caffè.
Sciaborda la laguna, punendo con cento minimi sprazzi
la torbida pupilla con l’ansia di fissare nel ricordo
questo paesaggio, capace di fare a meno di me.Joseph Brodsky (San Pietroburgo, 1940-1996), da Strofe veneziane 2, VIII, in Poesie Italiane, traduzione di Giovanni Buttafava e Serena Vitale
*ascoltando Francesco De Gregori – Miracolo a Venezia https://www.youtube.com/watch?v=XZrgAK4abNs
illustrazione tratta da “Venezia”, di David Pintor, Ed. Kalandraka, 2017 |