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16 gennaio 2022

Va bene così

 

Va bene così. Perché siamo persone, non siamo aziende: non dobbiamo essere sempre produttivi,  competitivi, super competenti e  perennemente (e talvolta anche ommioddiochepesantezza! “cool”.
Perché a volte è lecito sentirsi un vaso rotto (ma solo se siamo noi a pensarlo di noi stessi: nessun altro ha il diritto di farci sentire un vaso rotto!)

***

Va bene essere a pezzi.

Va bene portare le cicatrici dell’esperienza.

Va bene essere messi male.

Va bene essere una tazza sbeccata. È la tazza che ha una storia.

Va bene  essere sentimentali e stravaganti e commuoversi fino alle lacrime per canzoni e film che non dovrebbero neanche piacerti.

Va bene che ti piaccia quello che ti piace.

Va bene che una cosa ti piaccia per il semplice fatto che ti piace, e non perché è fantastica o ingegnosa e perché piace a tutti.

Va bene lasciare che siano gli altri a trovarti. Non sei costretto a farti in quattro finché i pezzi diventano così piccoli che non si vedono nemmeno. Né devi essere sempre tu  a fare il primo passo. Qualche volta puoi aspettare che siano gli altri a venire da te. Come disse la grande scrittrice Anne Lamott: “I fari non corrono da una parte all’altra dell’isola, alla ricerca di barche da salvare; restano fermi e fanno luce”.

Va bene non sfruttare al meglio ogni istante del tuo tempo.

Va bene essere come sei.

Va bene.

Matt Haig, da Parole di conforto, Edizioni e/o, 2021

♥ ascoltando Gianmaria Testa – Sei la conchiglia https://www.youtube.com/watch?v=S7y9CMU2Tag


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