Lei
Viene lentamente,
entra
inciampa nella mia tosse,
nella mia abitudine di lasciare il collo
ovunque.
Viene lentamente,
mette in ordine i miei silenzi,
slega le parole necessarie
riceve la corrispondenza dei miei occhi.
Viene lentamente,
e stende le sue tovaglie d’amore.
Viene lentamente,
fatta solo di fumo per non svegliarmi.
Si apre il passo tra bicchieri scaraventati contro il giorno,
ritratti di donne,
notti di risse e di gin.
Viene lentamente,
entra, si inginocchia vicino alla mia anima
a ricomporre i frammenti delle mie risate.
Poi vola via azzurra come il pomeriggio.
Jorge Boccanera (Bahía Blanca, 1952), da Parola d’ordine, 1976
*
Musa
Una poesia non la senti arrivare,
le sue ali impercettibili come quelle di una falena,
o tenerla al guinzaglio e seguirti come faresti con un cane.
Non è docile, non ha domani, e non entrerà dentro
anche se lasci la finestra spalancata.
Potresti anche non vederla arrivare,
per quanto possa essere a volte piccola – una mosca,
una formica, una coccinella – a volte enorme –
un rinoceronte, un elefante nella stanza, un ippopotamo.
La musa si introduce in casa tua di soppiatto
come un ladro scivola in cucina,
si versa un bicchiere d’acqua – fresca come piace a te –
dal lavandino, sbircia nel cestino del pane.
Ha il tuo numero scritto sulla mano.
Pensa di conoscerti bene. Pensa di esserti amica.
Jackie Kay (Edimburgo, 1961), in “Poesia”, n. 344, gennaio 2019, Crocetti Editore, traduzione di Floriana Marinzuli e Bernardino Nera