Non dire per cosa vieni. Lasciami
indovinare dalla polvere dei tuoi capelli
che vento ti ha mandato. È lontana la
tua casa? Ti do la mia: leggo neituoi occhi la stanchezza del giorno che ti
ha vinto; e, sul tuo volto, le ombre
mi raccontano il resto del viaggio. Dai,vieni a dar riposo ai tormenti del cammino
nelle curve del mio corpo – è una
meta senza dolore e senza memoria. Haisete? Avanza dal pomeriggio solo una
fetta d’arancia – mordila nella mia
bocca senza chiedere. No, non dirmi
chi sei né per che cosa vieni. Decido io.Maria do Rosário Pedreira (Lisbona, 1959), da Nessun nome dopo, 2004, traduzione di Mirella Abriani
°ascoltando Cesaria Evora – Sodade https://www.youtube.com/watch?v=ERYY8GJ-i0I
L’hashtag sembra essere ormai irrinunciabile. Tutto, grazie a questo simbolo, sembra avere una piccola forza propulsiva in più, una maggiore velocità di movimento (prossimamente andremo anche dal fruttivendolo con i cartelli con scritto “1 Kg di #kiwibellimaturi”, “2 Kg di #melerossenuove”…). Perciò oggi ho voluto sfruttare anch’io questa magica forza dell’hashtag, come fosse un portafortuna: speriamo che per tutti si possa avverare quello che scrive la poetessa in questa poesia… (#)troveròlastrada.
***
Mi perdo nelle cavità del crepuscolo
dove si incrociano
ricordi e sogni.
Non ho più meta
da rincorrere.
Arriverò in tempo,
troverò la strada,
per quanto sia scura
la notte calante.Luglio 1994
Blaga Dimitrova (Bulgaria, 1922-2003), da Sull’orlo, 1996
*ascoltando Jon & Vangelis – I’ll Find My Way Home - https://www.youtube.com/watch?v=FqK0MAO6YtA