(e cercando di non farsi troppo male)
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Si deve cadere e non si può scegliere dove.
Ma c’è una forma del vento nei capelli,
una pausa del colpo,
un certo angolo del braccio
che possiamo piegare mentre cadiamo.È soltanto l’estremo di un segno,
la punta impreveduta di un pensiero.
Ma basta ad evitare il fondo avaro di alcune mani
e la miseria azzurra di un Dio deserto.Si tratta di piegare un po’ di più una virgola
in un testo che non possiamo correggere.Roberto Juarroz (Argentina, 1925-1995), da Poesia verticale, traduzione di Stefano Bernardinelli, in “Poesia” n. 288 Dicembre 2013, Crocetti ed.
°ascoltando Ben Harper – Joshua Tree – https://www.youtube.com/watch?v=CiqsQrjm5og