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9 maggio 2023

Vite parallele

 

Ti capita mai di perderti in un’altra versione della realtà?

L’altra versione

L’altra versione è quella che scrivo nei sogni,
una voce che trattiene le parole
ripetendole
come un verso di Robert Desnos:
HO TANTO SOGNATO CON TE CHE PERDI LA TUA REALTÀ.

L’altra versione sei tu, furtiva,
quando i tuoi giorni mi passano accanto senza fermarsi,
quando il vento sparge
i tuoi capelli sulla mia memoria.

***

La otra versión

La otra versión es la que escribo en sueños,
una voz que la letra retiene
repitiéndola
como una línea de Robert Desnos:
TANTO SOÑÉ CONTIGO QUE PIERDES TU REALIDAD.

La otra versión eres tú, sigilosa,
cuando tus días pasan de largo a mi lado,
cuando el viento derrama
tu cabellera sobre mi memoria.

Pedro Lastra (Quillota, 1932), fonte:
https://revistasinvestigacion.unmsm.edu.pe/index.php/letras/article/view/8191/7143 

 
°ascoltando August Wilhelmsson – Dreams of Another Reality –
 https://www.youtube.com/watch?v=CXrtNFvTjCM

 


16 novembre 2017

Sliding Doors

 

Quante  Sliding Doors hanno giocato con il passato di ognuno? Quante dimensioni parallele si sono incrociate  in un solo momento inaspettato?

***

Vivere è stare infrangendo.
Una o l’altra legge.
Non ci sono alternative:
non infrangere niente è essere morto.
La realtà è infrazione.
La irrealtà anche.
E tra le due scorre un fiume di specchi
che non figurano in nessuna mappa.
In quel fiume le leggi si dissolvono,
ogni trasgressore diventa un altro specchio.

Roberto Juarroz, da Poesia Vertical

*

Un uomo e una donna
non si sono mai visti.
Vivono ben lontani l’uno dall’altro
in diverse città.
Un giorno leggono
la stessa pagina in uno stesso libro
nel medesimo tempo
e medesimo secondo
del primo minuto
della loro ultima ora
esattamente.

Jaques Prévert, da Poesie d’amore e libertà, Guanda Editore

*

A una passante

Ero per strada, in mezzo al suo clamore.
Esile e alta, in lutto, maestà di dolore,
una donna è passata. Con un gesto sovrano
l’orlo della sua veste sollevò con la mano.

Era agile e fiera, le sue gambe eran quelle
d’una scultura antica. Ossesso, istupidito,
bevevo nei suoi occhi vividi di tempesta
la dolcezza che incanta e il piacere che uccide.

Un lampo… e poi il buio!  ̶  Bellezza fuggitiva
che con un solo sguardo m’hai chiamato da morte,
non ti vedrò più dunque che al di là della vita,

che altrove, là, lontano  ̶  e tardi, e forse mai?
Tu ignori dove vado, io dove sei sparita;
so che t’avrei amata, e so che tu lo sai!

Charles Baudelaire, n. XCIII da Tableaux parisiens (Quadri di Parigi), da I fiori del male  e altre poesie, traduzione di Giovanni Raboni, Einaudi

°ascoltando Marillion – This Train Is My Life-https://www.youtube.com/watch?v=drM4PIFINsw


Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...