Ti capita mai che all’improvviso il tuo pensiero e la tua memoria vengano invasi da un’immagine (o da una sensazione) che sembrerebbe non avere niente a che fare con la tua realtà? Da dove proviene questa invasione? È il fotogramma di un film che hai visto (o solamente immaginato) chissà quando (o era proprio un’altra vita?) o forse il frammento di un sogno ricorrente ma sempre inafferrabile e confuso? Da dove arrivano questi ricordi densi che non puoi avere mai vissuto eppure… li vedi? Ma non era già abbastanza difficile di per sé la realtà che chiamiamo tangibile?
***
Incontro
Queste dure colline che han fatto il mio corpo
e lo scuotono a tanti ricordi, mi han schiuso il prodigio
di costei, che non sa che la vivo e non riesco a comprenderla.L’ho incontrata, una sera: una macchia più chiara
sotto le stelle ambigue, nella foschia d’estate.
Era intorno il sentore di queste colline
più profondo dell’ombra, e d’un tratto suonò
come uscisse da queste colline, una voce più netta
e aspra insieme, una voce di tempi perduti.Qualche volta la vedo, e mi vive dinanzi
definita, immutabile, come un ricordo.
Io non ho mai potuto afferrarla: la sua realtà
ogni volta mi sfugge e mi porta lontano.
Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane:
mi sorprende, e pensarla, un ricordo remoto
dell’infanzia vissuta tra queste colline,
tanto è giovane. È come il mattino. Mi accenna negli occhi
tutti i cieli lontani di quei mattini remoti.
E ha negli occhi un proposito fermo: la luce più netta
che abbia avuto mai l’alba su queste colline.L’ho creata dal fondo di tutte le cose
che mi sono più care, e non riesco a comprenderla.Cesare Pavese, da Lavorare stanca
°ascoltando Jefferson Airplane – Your Mind Has Left Your Body https://www.youtube.com/watch?time_continue=81&v=EzmRuwhNqWI
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