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28 agosto 2023

Un nome per ogni istante

 

Il diario degli istanti scriviamolo adesso,
adesso,
adesso…

Fuori

Fuori ormai non vado più,
ci sono, fuori. A metà strada tra la palma
e il fico. Sotto la mezza
luna, sette ore ancora alla rugiada.
Gocce sulla piombaggine.

Come si chiama ogni ora
della notte, come si chiama ogni minuto
dell’ora? Se i giorni hanno nomi,
perché non i minuti?

Ogni istante della nostra vita
dovrebbe avere un nome
che non assomigli al nostro,
che ci dimentichi. Ogni secondo
una cifra su un registro
di battiti di ciglia, sussurrio
origliato, versi di poesia
inframmezzati ai giornali,
sussurrio di brina e di neve,
la più lenta poesia
della durata.

Tutto a formare un cerchio,
tondo come un quadrato,
ogni cosa per sempre
sposata a se stessa.

Cees Nooteboom, da Luce ovunque, Einaudi, traduzione di Fulvio Ferrari

°ascoltando Explosions in the Sky – Remember me as a time of day
https://www.youtube.com/watch?v=DGGYl4kMuPs&t=5s


13 novembre 2020

Adesso, adesso, adesso…

 

"Può  passare a riprenderlo tra dieci giorni… da quando abbiamo riaperto ne abbiamo accumulati tantissimi, per questo ci serve qualche giorno in più".

Così mi hanno detto in oreficeria quando, a maggio,  alla fine del primo lockdown, ho portato il mio orologio per far cambiare la batteria.  Mi sono allora immaginata tutti questi orologi che durante la quarantena, in una sorta di sciopero, si sono messi d’accordo e si sono bloccati. Riesci a immaginarlo? Gli orologi che fermano il tempo  per ripicca, perché si sentono meno considerati, dato che la maggioranza delle persone ha smesso (temporaneamente!) di correre dietro alle lancette?  Peccato che il tempo si possa fermare soltanto dentro a un quadrante…. ma in fondo cos’è il tempo se non una serie infinita di adesso?

Buona fortuna a noi per ogni nostro adesso.

***

A volte, vorrei scrivere un libro,
un libro tutto sul tempo,
su come esso non esiste,
su come il passato e il futuro
sono un solo continuo presente.
Penso che tutti – chi è vivo,
chi è vissuto,
e chi ancora ha da vivere – siano vivi adesso.
Vorrei scomporre questo argomento
come un soldato smonta il fucile.

Evgenij Michajlovič Vinokurov (Brjansk, Russia 1925-1993), poesia citata da John Berger in E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, (Il Saggiatore, traduzione di Maria Nadotti, p. 35), testo originale in Post-War Russian Poetry, Penguin, New York 1974


 

°ascoltando Fairport Convention – Who knows where the time goes? https://www.youtube.com/watch?v=OkOB57UcYk8