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10 marzo 2020

Per provare a sorridere un po’ (comunque)

 


Ecco… dato il (difficile) momento di distanze necessarie e obbligatorie (purtroppo), il problema che questa poesia pone… è già risolto.
(Speriamo per tutti che questa situazione migliori al più presto. Un abbraccio virtuale a chi passa di qui; #restiamoacasa e soprattutto #restiamoumani)

***

Se un giorno

Se un giorno ci venisse in mente di incontrarci
(cosa di cui in fondo dubito)
allora per amor di Dio scegliamo un luogo
in cui nessuno di noi  è mai stato prima.
Una qualche isola in disparte nell’Egeo
o una spiaggia nei pressi di Alessandria.
Un posto dove i giardini notturni non ci portino
subito a vedere noi stessi
come fantasmi, dove la gente scorgendoci
non finisca subito per pensare
a chi è morto dopo il nostro ultimo incontro
e dove non compariamo nelle loro storie.
Potremmo passare la notte insieme
a bere, a parlare di nulla
e magari remare sul mare al chiaro di luna
e se non ci venisse in mente di annegarci
potremmo separarci prima dell’alba
felici, prima di essere tornati sobri.
– Se dunque esiste un posto così
(cosa di cui come ho detto dubito)
un posto in cui persino certi tardi sprazzi di sole
e i profumi di certi alberi notturni
di tanto in tanto non ci ricordino che abbiamo provato
tutto questo tante volte prima, senza successo.
Oppure lasciamo perdere l’idea di incontrarci.

Henrik Nordbrandt (Danimarca, 1945), da Il nostro amore è come Bisanzio, traduzione di Bruno Berni, Donzelli editore

°ascoltando Duane Allman & Eric Clapton – Studio Jams


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