Quello che è stato è stato, scurdámmoce ‘o ppassato. E va bene.
Ma almeno al futuro due paroline voglio scriverle.
Lettera al futuro
A te,
che già adesso
– mentre vado a capo –
non sei più futuro
a te,
che ci imbrogli tutti
illuminandoci gli sguardi
mentre di nuovo cade
la notte
a te,
caro tempo che verrai,
se io non dovessi esserci
almeno dai l’acqua alle piante
lì, sul balcone, e una carezza
a chi gli serve.
Se invece
dovessi esserci anch’io,sappi che ti romperò l’anima.
Irene Marchi, da Dimmi come stai, Cicorivolta Editore, 2022
* ascoltando John Frusciante – Before The Beginning https://www.youtube.com/watch?v=J76MeYAGaH8