Immagino le parole (che le persone si scambiano) come un bicchiere d’acqua: apparentemente è solo acqua, ma a volte è acqua gassata e, agitandola un po’, si vedono le bollicine. Così le parole: sembra che esprimano solo un significato liscio e letterale, ma, muovendole un po’ con il pensiero, a volte si scoprono le bolle di un sottotesto. E queste saranno molto più forti delle parole stesse.
Capita anche di bere dell’acqua decisamente troppo gassata.
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Sono un’esperta di sottotesti. Ho studiato alla scuola della crudeltà. E in città. In mezzo alle buone maniere. Ai discorsi intelligenti. Alle adulazioni e ai sottili razzismi. Mi sono sentita indifesa e sguarnita, finché non ho imparato l’indelebile arte della decifrazione. Gli animali ti assalgono, ti azzannano, ti pungono, ti graffiano, ti minacciano. Di recente, in una via cittadina, ho visto un cane legato con il guinzaglio a un palo, era umiliato e furente. Mi sono avvicinata, gli ho parlato un momento, poi ho fatto per allungare discretamente una mano verso di lui. Mi ha mostrato i denti e ha rinviato. L’ho salutato e me ne sono andata pensando: “Che gentile! Mi ha subito avvertito, stai in là, sono furibondo”.
Chandra Livia Candiani, da Questo immenso non sapere, Einaudi, 2021
°ascoltando David Crosby – Song with No Words (Tree with No Leaves) https://www.youtube.com/watch?v=tNwFItmfAao