C’è(ra) posta per te


Tanto tempo fa c’erano le lettere di carta, con la loro anima da toccare: chi se le ricorda più? Ma, tutto sommato, le parole di queste tre poesie-lettere si leggerebbero volentieri ovunque, non solo su carta.

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Ti scrivo per dirti
qualcosa che non so,
un tocco,
qui nevica
la neve è evidente
nevica e te lo dico
neve sottile.
Ti regalo città bianca
di mollica
la neve vede tutti
ogni filo d’erba
contro i muri
ha un piccolo berretto
ghiaccioli al collo dei semafori
la neve vede tutti
ed è evidente
non so dirti nulla
quello che conta è il filo
questo filo di voce,
di scrittura
per dirti quello che non so,
ti voglio un bene
evidente.

Chandra Livia Candiani, da La bambina pugile o la precisione dell’amore, Torino, Einaudi, 2014

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La tua lettera sul lenzuolo, sotto la lampada odorosa
Azzurra come la camicia nuova che il giovanotto si liscia
Canticchiando, come il cielo e il mare e il mio sogno
La tua lettera. Il mare ha il suo sale, e l’aria il latte il pane il riso, dico il suo sale
La vita ha la sua linfa, e la terra il suo senso
Il senso di Dio e il suo moto.
La tua lettera. Senza di lei la vita non sarebbe vita
Le tue labbra mio sale e mio sole, aria mia fresca e mia neve.

Léopold Sédar Senghor (1906-2001, tra i più importanti poeti africani del ‘900),  da Poesie d’amore nel Novecento, Crocetti Editore, 2007, traduzione di Marcella Glisenti

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Se (Lettera al figlio)

Se riesci a non perdere la testa quando tutti
Intorno a te la perdono, dandone la colpa a te.
Se riesci ad avere fiducia in te stesso, quando tutti dubitano di te,
Ma anche a tenere nel giusto conto il loro dubitare.
Se riesci ad aspettare senza stancarti dell’attesa,
O essendo calunniato, a non rispondere con calunnie,
O essendo odiato, a non abbandonarti all’odio
Pur non mostrandoti troppo buono, né parlando troppo da saggio.

Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni,
Se riesci a pensare, senza fare dei pensieri il tuo fine;
Se riesci, incontrando il Trionfo e la Sconfitta
A trattare questi due impostori allo stesso modo.
Se riesci a sopportare il sentire le verità che hai detto
Travisate da furfanti che ne fanno trappole per sciocchi,
O vedere le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E chinarti e ricostruirle con i tuoi strumenti logori.

Se riesci a fare un cumulo di tutte le tue vincite
E a rischiarlo tutto in un solo colpo a testa o croce,
E perdere, e ricominciare dall’inizio
Senza dire mai una parola su ciò che hai perso.
Se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi tendini
A sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più
E di conseguenza resistere quando in te non c’è niente
Tranne la tua Volontà che dice loro: “Resistete!”

Se riesci a parlare con le folle mantenendo la tua virtù
O a passeggiare con i re senza perdere il senso comune,
Se né nemici, né affettuosi amici possono ferirti;
Se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo,
Se riesci a riempire l’inesorabile minuto
Con un momento del valore di sessanta secondi,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E, quel che più conta, sarai un Uomo, figlio mio!

Rudyard Kipling, da Ricompense e Fate (Rewards and Fairies), traduzione di G. Carro

 
°Ascoltando The Cure – A Letter To Elise https://www.youtube.com/watch?v=-AUCSkHCrwY


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