Quanta vita passiamo aspettando qualcosa?
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“Aspettare è un’imposizione. Eppure è l’unica cosa che ci fa percepire fisicamente il logorio del tempo e ce ne fa conoscere le premesse. Esistono infinite forme di attesa: in amore, dal medico, alla stazione o nel traffico. Aspettiamo: l’altro, la primavera, i numeri del lotto, un’offerta, il pranzo, la persona giusta, e aspettiamo Godot. I compleanni, i giorni di festa, la felicità, i risultati sportivi, un referto. Una telefonata, il rumore della chiave nella toppa, il prossimo atto e la risata dopo il finale di una barzelletta. Aspettiamo che un dolore smetta e che ci colga il sonno o che il vento si plachi. Inerzia, distrazioni o noia: nel registro delle ore programmate, l’attesa è la pagina vuota da riempire. Che nel migliore dei casi ci ricompensa con la libertà (…)”.
Andrea Köler, da L’arte dell’attesa, traduzione di Daniela Idra, Add Editore, p. 9
Avvenire
Ti chiamano avvenire
perché non vieni mai.
Ti chiamano: avvenire,
e aspettano che tu arrivi
come un animale mansueto
a mangiare dalle loro mani.
Ma tu rimani
al di là delle ore,
rintanato chissà dove.
… Domani!
E domani sarà un altro giorno tranquillo
Un giorno come oggi, giovedì o martedì,
o qualunque altra cosa ma non quello
che continuiamo ad aspettare, ancora, sempre.Ángel González (1925-2008), da Senza speranza con convinzione, 1961
Mentre cade l’autunno
Aspettiamo
avvolti dalle foglie dorate.
Il mondo non finisce nel tramonto,
e solamente i sogni
hanno il loro limite nelle cose.
Il tempo ci conduce
nel suo labirinto di fogli bianchi
mentre cade l’autunno
sul cortile della nostra casa.
Avvolti dalla nebbia incessante
continuiamo ad aspettare:
la nostalgia è vivere senza ricordare
da quale parola fummo inventati.Giovanni Quessep, da Con il fuoco del sangue – Trentadue poeti colombiani d’oggi, Raffaelli editore,
°ascoltando Jean Michel Jarre – Equinoxe 4 https://www.youtube.com/watch?v=fpWNimba344
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