Una poesia che esplora l’universo in cui siamo immersi, l’ipotetico multiverso e la relazione tra l’invisibile e il visibile.
Tu ci credi agli universi paralleli?
***
Certi dicono che il mondo
è fatto di
strisce piccolissime,
luci danzanti
così distanti che
universi a non finire
sbocciano & muoiono
negli infiniti
che li separano.
Certi dicono che
gli universi paralleli
(dove tutto quanto
è successo un tempo
ancora si
ripete)
vibrano nell’aria.
& certi dicono
che l’invisibile
ha molta più forza
del visibile –
& io concordo.
Anche se
non vediamo
il cosmo
nascere & morire,
le minuscole striscioline,
i bordi più aguzzi dei frattali,
si curvano lo stesso
su ogni nostra minima mossa,
ci plasmano spingendoci
a esplorare
il multiverso
dove prosperiamo
& moriamo.
Lo spazio invisibile
si accompagna alle furie –
vita, morte, inizio
fine – tale & quale al nostro.
Oh, rendiamo
l’invisibile visibile
anche solo per provare
la nostra poesia,
la nostra feroce forza vitale
che scintilla
negli occhi
di chi sta imparando
a vedere.
Erica Jong, da Il mondo è cominciato con un sì, traduzione di Giovanna Granato, Bompiani, 2019
°ascoltando Vangelis and Jon Anderson – So Long Ago, So Clear https://www.youtube.com/watch?v=qjj3Y1tuLO4
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