18 agosto 2024

Alla deriva? (Fuori tema)

 


Foto di Tobias Kamischke, da https://www.instagram.com/tekkify/



Sei alla deriva? Prova a cercare un segno!

Un segno, sì. Un po’ come  fa Jeff, il protagonista del film “A Casa Con Jeff” (di Jay Duplass e Mark Duplass, con Susan Sarandon): Jeff è un trentenne che, utilizzando l’universo come sua guida, cerca dei segni per stabilire la propria strada e dare un senso alla propria vita.

Senza diventare dei fanatici della serendipità (termine coniato da Horace Walpole, con cui egli indicava quella “qualità per cui si fanno, per incidente o per sagacia, continue scoperte di cose che non si cercavano”) o della sincronicità (che fu evidenziata da Carl Gustav Jung come il  fenomeno per cui eventi mentali e fisici sono correlati tra loro, senza rapporto di causa ed effetto, in un breve lasso temporale quasi coincidenziale, per senso e significato),  si potrebbe andare alla ricerca di “segni” sperimentando il  Gioco della deriva di cui ci parla lo psicoterapeuta Paolo Maria Clemente nel libro La deriva – Istruzioni per perdersi:

“Lo sfruttamento non è l’unica possibilità di rapporto con l’ambiente. Esiste un modo alternativo di porsi nei suoi confronti che comporta il passaggio dalla logica del dominio a quella del rispetto. Il primo passo da compiere è considerare la zona circostante come la nostra interfaccia con l’universo. […] Nella vita infatti non abbiamo mai a che fare con l’universo intero, ma sempre e soltanto con quella piccola bolla di realtà che ci circonda; reciprocamente, l’universo si rapporta a noi usando il luogo dove ci troviamo. Chiamiamo “Zona” questa minuscola porzione di realtà che ci segue ovunque andiamo: è con essa – e soltanto con essa – che entriamo in rapporto, e lo facciamo costantemente, pur senza rendercene contro. […] Il senso di questa pratica […] risiede nel fatto  stesso che il mondo inanimato stia comunicando, perché ciò significa che intorno a noi c’è qualcosa di vivo con cui è possibile entrare in relazione. […] Scegli una via qualsiasi della tua città e guardati intorno. Ignora tutto ciò che è stato messo lì a bella posta per stupirti, come un monumento o un’installazione artistica; […] contano solo i piccoli eventi che si verificano proprio quando passi tu: una foglia che cade, un gatto che sbuca da una siepe, un rumore improvviso. Tra le cose che accadono intorno a te, scegli la prima che attira la tua attenzione e muoviti in quella direzione finché non giungi davanti a un bivio. Aspetta, non scegliere subito dove andare […] guarda l’ambiente circostante come se fossi un alieno. Prima o poi un evento accidentale ti farà capire quale strada imboccare […] alla fine la cosa più importante non sarà dove ti avrà condotto il caso, ma il fatto di aver instaurato una comunicazione con l’ambiente circostante (la Zona)”.

Paolo Maria Clemente ha  intitolato  il suo libro La deriva, in onore di Guy Debord, il primo che negli anni ’50 ne ipotizzò una qualche esistenza e che dava questi consigli proprio su come affrontare una deriva:

“Per fare una deriva, andate in giro a piedi senza meta od orario. Scegliete man mano il percorso non in base a ciò che sapete, ma in base a ciò che vedete intorno. Dovete essere straniati e guardare ogni cosa come se fosse la prima volta. Un modo per agevolarlo è camminare con passo cadenzato e sguardo leggermente inclinato verso l’alto, in modo da portare al centro del campo visivo l’architettura e lasciare il piano stradale al margine inferiore della vista. Dovete percepire lo spazio come un insieme unitario e lasciarvi attrarre dai particolari.”

Il Gioco della Deriva sembrerebbe quindi un modo rigenerante e avventuroso di esplorare, di “stimolare” il mondo e, soprattutto, di riceverne stimoli. E se arrivasse quel famoso segno… speriamo sia incoraggiante!

(…) Alla deriva
c’è invece il mare il mare aperto infinito
alla deriva
c’è finalmente la vita
filtrata digerita
c’è la leggerezza
del corpo vuoto.

Salvatore Toma, dalla poesia Alla deriva, in Canzoniere della morte, Einaudi 1999

°ascoltando Kronos Quartet – I See the Sign https://www.youtube.com/watch?v=N0n2NX_6WUE


Nessun commento:

Posta un commento

Relativismi

  Che cos’è grande ? Ma grande rispetto a cosa? ***   Minuscolo, un fazzoletto di giardino: malata, vi cade, immensa, una foglia...