Quando pronuncio la parola Futuro
la prima sillaba va già nel passato.
(cit. da Le tre parole più strane, Wislawa Szymborska)
Tutto scorre. E non ritorna.
Nulla due volte
Nulla due volte accade
né accadrà.
Per tal ragione si nasce senza esperienza,
si muore senza assuefazione.Anche agli alunni più ottusi
della scuola del pianeta
di ripeter non è dato
le stagioni del passato.Non c’è giorno che ritorni,
non due notti uguali uguali,
né due baci somiglianti,
né due sguardi tali e quali.Ieri, quando il tuo nome
qualcuno ha pronunciato,
mi è parso che una rosa
sbocciasse sul selciato.Oggi, che stiamo insieme,
ho rivolto gli occhi altrove.
Una rosa? Ma cos’è?
Forse pietra, o forse fiore?Perché tu, malvagia ora,
dai paura e incertezza?
Ci sei – perciò devi passare.
Passerai – e qui sta la bellezza.Cercheremo un’armonia,
sorridenti, fra le braccia,
anche se siamo diversi
come due gocce d’acqua.Wislawa Szymborska, da Appello allo yeti (1957), Libri Scheiwiller, 2009, traduzione di Pietro Marchesani.
°ascoltando Al Steward- Time Passages
https://www.youtube.com/watch?v=TRRXg1yhsEk
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