Sono arrivata alla poesia di oggi attraverso una serie di coincidenze.
Cercando in rete una poesia (di cui non ricordavo il titolo, ma solo il fatto che parlasse dell’anima e di come questa si sappia spesso mascherare e nascondere), tra i vari link che scorrevano sullo schermo è apparsa la pubblicità di un film in uscita a gennaio (Corpo e anima), con un’immagine che mi ha colpita. Quindi, incuriosita, ho lasciato perdere la poesia, ho cercato la trama di questo film e mi sono imbattuta in questa frase: “Punto di partenza del film sono state le opere di Ágnes Nemes Nagy, poetessa ungherese che con le sue poesie celebrava l’eroismo quotidiano nella sua semplicità. Allo stesso modo il film si propone di indagare ciò che si dissimula dietro un volto apparentemente sereno, mostrando l’essenza umana invisibile a occhio nudo” (che era più o meno quello di cui parlava l’altra poesia che cercavo e che ancora non ho ritrovato).
A quel punto ho dovuto a tutti i costi trovare qualche scritto della poetessa citata… ed eccomi qui con questa breve poesia, perfetta per quello di cui intendevo parlare con l’altra (che cercherò con calma ormai): lo considero un piccolo regalo della casualità (che a volte sa essere gentile).
L’informe
L’informe, il senza fine.
Ne muoio, da quando ho cintato
il mio dire dall’infinito.
Con secchiate di sabbia recingo
un oceano contro il niente.
È questa l’eternità relativa,
a mente sana insopportabile.Ágnes Nemes Nagy (1922-1991), traduzione di Davide Castiglione
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