Ripropongo questo vecchio post in occasione dei 100 anni (compiuti ieri, 24 marzo 2019) di Lawrence Ferlinghetti.
Cosʼè la poesia – Sfide per giovani poeti di Lawrence Ferlinghetti
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Un libro che non mi stanco mai di rileggere e che cito spessissimo quando scrivo qualcosa che riguarda la poesia in generale è Cosʼè la poesia – Sfide per giovani poeti di Lawrence Ferlinghetti (titolo originale What Is Poetry? del 2000, nella traduzione di Stefania Benini, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori, 2002), grande poeta contemporaneo (nato nel 1919 a New York) e maestro della Beat Generation.
Nelle pagine di questo piccolo libro (poco più di cento pagine), Ferlinghetti (in una prima parte) definisce la poesia con una serie di fulminanti affermazioni che vanno oltre ogni sentito dire e ogni classica definizione accademica.
Chi ama la poesia non può non riconoscere la verità di queste immagini che esaltano la forza creatrice e vivificante della parola poetica: «Poesia è/ notizie dalla frontiera/ della coscienza» […] «Sia poesia emozione/ ritrovata in emozione» […] «Poesia è lotta continua/ contro silenzio, esilio e inganno», «Il poeta è un barbaro sovversivo/ alle soglie della città/ che sfida costantemente/ il nostro status quo». Ma anche chi non ha dimestichezza con il mondo della poesia non può rimanere indifferente leggendo queste pagine e i consigli che lʼautore dà ai giovani poeti (nella seconda parte del libro): «Resistete molto, obbedite meno» […] «Liberate segretamente ogni essere in gabbia che vedete» […] «Mettete in discussione tutto e tutti… », «Siate poeti, non affaristi. Non soddisfate, non assecondate, specialmente non un possibile pubblico, lettori, redattori o editori» […] «Essere poeti a sedici anni vuol dire avere sedici anni, essere poeti a quaranta vuol dire essere poeti. Siate entrambe le cose».
In questa edizione di cui ho mostrato la copertina, sono state anche inserite (all’inizio) tre pagine intitolate Storia dellʼaeroplano. Si tratta di una lunga poesia scritta (insieme ad altre) in seguito allʼattentato dellʼ11 settembre 2001: sono versi fortemente politici con i quali il poeta ribadisce la sua vocazione radicalmente pacifista. Emerge infatti una forte contestazione della politica aggressiva e militarista degli Stati Uniti e la condanna di ogni tipo di terrorismo; i passi che cito sono rispettivamente l’inizio e la fine della poesia: «I fratelli Wright dissero che pensavano di aver inventato/ qualcosa che poteva portare pace sulla terra» […] «E un vento di ceneri soffia sulla terra/ E per un lungo momento eterno/ è caos e disperazione/ E seppelliti amori e voci/ Grida e sussurri/ Riempiono lʼaria/ Ovunque».
Davvero un piccolo grande libro. Lo consiglio a tutti, soprattutto a chi è un poʼ titubante nellʼaccostarsi alla poesia.
°ascoltando Tom Waits & Primus – Jack Kerouac on the Road https://www.youtube.com/watch?v=aiE0gz6o1Pc
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