28 agosto 2024

Mai senza poesia



Anche se la poesia non si mangia, appunto (e di sicuro non dà da mangiare), io preferisco non restare mai senza poesia (e guai se sparissero i poeti, quelli di ieri, di oggi e di domani, quelli vicini e quelli lontani, quelli che vanno in tram e quelli che camminano sui trampoli, quelli che vanno in bici e quelli che... e quelli che invece...).

***

Siamo di troppo

È così pieno il mondo. Terribilmente pieno.
Di montagne, di piante, di caserme e officine.
Di case con vicini e di bianchi ospedali.

(Ogni tanto vi è un fiore. Non reciderlo, amico.
Qualche volta dei fiumi come vene smarrite).

Quanti treni, aerei, carceri, torpediniere,
motori e banche e cinema e osterie.
Sale operatorie.

Tante graziose stelle e insegne luminose.
(Cognac Barbier, Calzature Eureka e altre ancora).

(E poi anche automobili veloci e più belle
di arcangeli d’acciaio con le ali piegate).

Donne esultanti. (Rouge aux lèvres. Sigarette).
E bimbi che singhiozzano dietro le pareti,
la madre accanto dorme con una pietra al collo.
E bebè custoditi in lettini cromati,
ben pasciuti fra trine e latte condensato.
Dolciastre zitellone col loro cagnolino.

Ragazze dallo sguardo divinamente ottuso.
E biondi adolescenti cui strani desideri
fanno rizzare il pelo.

Il mondo, soprattutto, di uomini è pieno.
Quante mani superflue, camicie rappezzate,
scarpe sdrucite che lambiscono gli asfalti.
Quanti occhi e quante bocche appostate voraci.
Quanti cervelli bianchi e pensieri come pesci
rotanti fra benefici cachet di aspirina.
Per non parlar dei dotti. Quegli strazianti dotti
che vegliano giocando con oscure parole:
Ciclotrone, supersonico, cibernetica e altre.

È così pieno il mondo, ch’io, vi assicuro, amici,
non saprei dove mettermi.
Non so se avrò mai posto.
Son di troppo i poeti.

Ángela Figuera Aymerich (Bilbao, Spagna 1902 – Madrid 1984), da Obras completas, 1986, traduzione di Pablo Luis Ávila e Giancarlo Depretis

*ascoltando Michael Schenker – I Am Grateful https://www.youtube.com/watch?v=kUkQva0ggbI


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