Voglia di leggerezza 

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Gli oggetti sono dispettosi
Si burlano di me quando li osservo
Mi danno la vertigine dell’immobilità
Mi dicono l’ora della partenza
Allora bisogna donare o gettare
Nulla conservare in soffitta
Perché la muffa veglia
E la stupidità ci tormenta
Spogliarsi di tutto
Guadagnare la leggerezza assoluta
Unica compagna dell’ultimo viaggio.

Tahar Ben Jelloun (Fès, Marocco, 1944), da Poesie dipinte (n. 90), in Dolore e luce nel mondo, La nave di Teseo, 2021, traduzione di Cettina Calò

ascoltando Vashti Bunyan – Where I Like To Stand https://www.youtube.com/watch?v=f6u_7yd4bg8