Proprio come scriveva Michel de Montaigne a proposito della sua gatta (nell’Apologia di Raymond Sebond): «Quando gioco con lei, come faccio a sapere che non sia lei che gioca con me?».
***
Miao
Considerami.
Siedo qui come Tiberio,
imperscrutabile e maestoso.
Io lascerò che il “Non oso”
attenda il “Vorrei”
e sopporterò lo strimpellare
della tua piccola chitarra
perché tu sei il mio gufo
e mi nutri col latte.
Perché bagnarmi la zampa?
Tienimi in una borsa
e nessuno saprà la verità.
Ho familiarità con le streghe
e all’inferno ho maggiori possibilità di te
perché posso ballare sui mattoni ardenti,
saltare per tutta la tua altezza
e atterrare su quattro zampe.
Sono il servo del Dio vivente.
Venero a modo mio.
Guarda in queste pietre verdi socchiuse
e segui le tue luci riflesse
nel buio.
Michel, Duc de Montaigne, lo sapeva.
Tu non giochi con me.
Io gioco con te.Mark Haddon, da Il cavallo parlante e la ragazza triste e il villaggio sotto il mare, Einaudi, 2005, traduzione di Elisa Biagini
°ascoltando Francesco Baccini – Penelope – https://www.youtube.com/watch?v=tgsn8llcbkQ&t=137s
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