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18 ottobre 2024

Treapia naturale

 

 

                                       
(Terapia naturale per guarire da una brutta paura)

***


 

Ipnosi

 

fatti ipnotizzare da un fiore
– scegli tu il suo colore – guardalo
da vicino e sempre più vicino
guardalo vivere e carezzarti
mentre cadi nel tuo sonno e perdi
la paura di essere un errore
guardalo perché ogni venatura
di petalo respira anche per te

Irene Marchi, da Dimmi come stai, Cicorivolta Editore, 2022

°ascoltando  Damien Rice – Hypnosis https://www.youtube.com/watch?v=4TXy2i036LU


7 ottobre 2022

Cose che non si dimenticano

 

Ci sono momenti, parole, azioni, anche di un passato molto lontano, impossibili da dimenticare.  Hai mai fatto un tuo elenco? (Ma poi, a che serve un elenco se si tratta  di cose davvero indimenticabili?).

***

Canzone

Quasi andavo a letto
senza ricordarmi
le quattro violette bianche
che ho infilato nell’asola
del tuo maglione verde

né come ti ho baciata allora
e tu hai baciato me
timida come se non fossi
mai stato il tuo amante

Leonard Cohen, da Le spezie della terra, traduzione di Giancarlo de Cataldo e Damiano Abeni

°ascoltando Leonard Cohen – I Can’t Forgethttps://www.youtube.com/watch?v=o-58u8Lyvhw


6 dicembre 2020

“… e dudu dadada, il tuo nome sarà…” (cit.)

 


Karoline Kroiß – “Route Punte malen”, 2015 (tratta da https://karolinekroiss.allyou.net/)


Nonostante la moda dei nomi propri strani ed esotici, questo fatto buffo (ma non buffissimo) lo abbiamo di sicuro vissuto in molti (da giovani, giovanissimi o meno giovani).

***

Un fatto buffo
 
Ci hai mai fatto caso? In spiaggia
o mentre fai la spesa,  al parco,
al ristorante o curiosando
in una silenziosa biblioteca,
dicevo, anche tu l’hai notato?
Il  bambino vispo che si è perso
– e ora è atteso all’entrata –
o quello che strepita e corre
cade e piange, e viene chiamato,
richiamato, e chiamato ancora
e ancora… ha sempre quel nome:
lo stesso nome che tu stai cercando
– diligentemente –  di scordare.

©irene.marchi.2020

 


26 ottobre 2018

“L’arte di perdere”

 


“Così tante cose sembrano aspettare di essere perse” si legge in questa poesia, e ancora: “Ogni giorno perdi qualche cosa, (…) allora impara a perdere di più, a perdere più in fretta”… non rimane dunque che abituarsi a perdere qualcosa di poco importante, ogni giorno, per sopportare perdite maggiori?

***

Una sola arte

L’arte di perdere non è difficile da imparare;
così tante cose sembrano aspettare
di essere perse, che perderle non è un disastro.
Accetta l’ansia
di chiavi perdute, di un’ora spesa male.
L’arte di perdere non è difficile da imparare;
allora impara a perdere di più, a perdere
più in fretta:
luoghi e nomi e dov’è che avevi in mente
di andare. Non sarà mai un disastro.
Ho perso l’orologio di mia madre. E guarda!
l’ultima
o la penultima di tre amate case ho perso.
L’arte di perdere non è difficile da imparare.
Ho perso due città, belle. E, più vasti,
i regni che possedevo, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è poi un disastro.
Anche perdere te (la voce giocosa, i gesti
che amo) sarà la stessa cosa. È evidente
che l’arte di perdere s’impara fin troppo presto
anche se pare (scrivilo!) un disastro.

Elizabeth Bishop, (Worcester, 1911 – Boston,  1979), traduzione di Gabriella Sica, da Emily e le Altre, di Gabriella Sica, Cooper, 2010

*ascoltando Placebo – Where is my mind https://www.youtube.com/watch?v=YVFLgx8o7XM



9 febbraio 2018

Ricordare per dimenticare?


Quando dimentichiamo che dobbiamo dimenticare, forse siamo a buon punto.

***

Forse

Ricordare
è
forse
il modo più tormentoso
di dimenticare
e forse
il modo più gradevole
di lenire
questo tormento

°ascoltando Leonard Cohen – I Can’t Forget https://www.youtube.com/watch?time_continue=4&v=zgJt2M7t2CE;


11 gennaio 2016

Dimenticare o ricordare?

 


I momenti difficili sono una bruttissima compagnia. Ma poi, quando stanno entrando finalmente  nella dimensione del ricordo, è più utile dimenticarli del tutto (ammesso che si riesca ad afferrare “l’arte dell’oblio” di cui parla qui sotto Borges), o imparare a masticarli fino ad averne qualcosa che assomigli al controllo e che potrebbe, magari (!), trasformarsi  in insegnamento?

 

Se per volare via dalla memoria
avessimo le ali
in molti voleremmo

A più lente cose avvezzi
gli uccelli sgomenti osserverebbero
il carro poderoso
degli uomini in fuga
dalla mente dell’uomo

Emily Dickinson, n.1242, da Tutte le poesie, Einaudi, traduzione di Marisa Bulgheroni.

***

(I)

Non ha più incanto il mondo. Ti han lasciato.
Non condividerai la chiara luna
né i lenti parchi. Non v’è luna ormai
che non sia specchio del passato, sole
d’agonie, cristallo di solitudine.
Addio alle mutue mani e alle tempie
che l’amore accostava. Oggi hai soltanto
la fedele memoria e i vuoti giorni.
Solo si perde (ti ripeti invano)
quel che non si ha e non si è mai avuto,
ma essere forte non ti basterà
per imparare l’arte dell’oblio.
Un simbolo, una rosa può straziarti,
e può ucciderti un suono di chitarra.

Jorge Luis Borges, da L’altro, lo stesso, Adelphi, traduzione di Tommaso Scarano.

*ascoltando: Gerry Rafferty – Baker Street
 https://www.youtube.com/watch?v=Fo6aKnRnBxM

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Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...