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31 marzo 2024

Vivendo

 




(Una mattina, da qualche parte)

***

Donne

Mattina di sobborgo
e l’autobus si avvicina alla fermata.
Fa freddo in strada, dolcemente,
quasi un risveglio in primavera,
di città che ancora
non ha trovato il caldo.
Dal mio posto vedo donne,
dagli occhi assonnati e l’abito senza lustro,
in cerca del loro orario di lavoro.

Salgono e lasciano allo scoperto,
nei vetri della pensilina,
un annuncio di corpi scelti
e di biancheria intima.
Le ragazze ci guardano negli occhi
dal mondo perfetto della loro fotografia,
senza orari, senza fretta,
oscene come un sogno abbronzato.

Io scendo alla prossima, sussurri.
Mi commuove il ricordo
della tua pelle bianca e triste
e l’umile fraternità della tua notte,
la mano che hai lasciato
dimenticata nella mia mano
venendo dalla doccia,
solo un attimo fa,
mentre rifiutavo di alzarmi.

Ti auguro una buona giornata,
che la fortuna ti cerchi
nella tua casa piccola e ordinata,
che la vita ci tratti degnamente.

Luis Garcia Montero, da Habitaciones separadas, Visor, Madrid, 1994, traduzione di Gabriele Morelli, tratta da “Poesia”, n. 21, settembre/ottobre 2023, Crocetti Editore

°ascoltando Ezio Bosso – Tango tristehttps://www.youtube.com/watch?v=LxXccKpCFYg


8 marzo 2024

“Sono un salto nella libertà del sé”

 


(Che sia libertà per tutte)

***

Non sono una donna. Io sono una cosa neutra.
Sono un bambino, un paggio e una decisione ardita,
sono un ridente sprazzo di un sole scarlatto…
Sono una rete per tutti i voraci pesci,
sono un brindisi all’onore di tutte le donne,
sono un passo verso il caso e la perdizione,
sono un salto nella libertà del
Sono il bisbiglio del sangue all’orecchio dell’uomo,
sono un brivido dell’anima, e della carne, brama e diniego,
sono un’insegna d’accesso a nuovi paradisi.
Sono una fiamma, incerta e audace,
sono un’acqua, che non si spinge oltre le ginocchia,
sono fuoco e acqua in leale rapporto senza condizioni…

Edith Södergran, da Notturno ed altre poesie, traduzione di Bruno Argenziano, Mauro Pagliai Editore

°ascoltando John Lennon – Woman – https://www.youtube.com/watch?v=ZhfWiU8wGCc


21 agosto 2023

Buoni consigli

 




(Buoni consigli per tutte le donne)

Consigli per la donna forte

Se sei una donna forte
proteggiti dalle bestie che vorranno
pranzare col tuo cuore.
Esse usano tutti i travestimenti dei carnevali della terra:
si vestono come colpe, come opportunità, come prezzi che bisogna pagare.
Ti frugano nell’anima; forano con la trivella dei loro sguardi e pianti
nel più profondo del magma della tua essenza
non per illuminarsi col tuo fuoco
ma per spegnere la passione
l’erudizione delle tue fantasie.
Se sei una donna forte
devi sapere che l’aria che ti nutre
porta anche parassiti, calabroni,
piccoli insetti che cercheranno di alloggiare nel tuo sangue
e nutrirsi di tutto ciò che in te è solido e grande.
Non perdere la compassione, ma temi quanto contribuisca
a negarti la parola, a nascondere chi sei,
quanto ti costringa ad ammorbidirti
e ti prometta un regno terreno in cambio
del sorriso compiacente.
Se sei una donna forte
preparati alla battaglia:
impara a stare sola
a dormire nel buio più assoluto senza la paura
che qualcuno ti lanci corde quando ruggisce la tormenta
a nuotare controcorrente.
Allenati nell’arte della riflessione e dell’intelletto
Leggi, fai l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello
circondalo di fossati profondi
ma fagli ampie porte e finestre.
È necessario che coltivi enormi amicizie
che quanti ti circondano e ti amano sappiano ciò che sei
che ti faccia un cerchio di roghi e accenda al centro della tua stanza
una stufa sempre ardente dove si mantenga il bollore dei tuoi sogni.
Se sei una donna forte
proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Devi sapere che sei un campo magnetico
verso il quale viaggeranno ululando i chiodi arrugginiti
e l’ossido mortale di tutti i naufragi.
Proteggi, ma proteggi te stessa per prima.
Conserva le distanze.
Costruisciti. Prenditi cura di te.
Fai tesoro del tuo potere.
Difendilo.
Fallo per te.
Te lo chiedo a nome di tutte noi.

Gioconda Belli, da Il pesce rosso che ci nuota nel petto, Molesini Editore, traduzione di Emilio Coco, 2022

°ascoltando Air – Le voyage de Pénélopehttps://www.youtube.com/watch?v=FEp99DhntDA&t=6s


30 novembre 2022

… e di bella presenza

(La bellezza è forse un dovere o una competenza?)

***

 

Quando tua figlia
ti chiederà se è bella
il tuo cuore si infrangerà come un calice
sul pavimento di legno
una parte di te vorrà dire
certo che lo sei, non dubitarne mai
e l’altra parte
la parte che ti sta
dilaniando
ti chiederà di afferrarla per le spalle
di guardarla nei pozzi
che sono i suoi occhi finché non rispecchieranno i tuoi
e di dire
non devi esserlo se non lo vuoi
non è il tuo lavoro

Caitlyn Siehl, in Literary Sexts 2: A Collection of Short & Sexy Love Poems, Words Dance Publishing, 2014, traduzione  tratta da  Specchio delle mie brame – La prigione della bellezza, di Maura Gancitano, Einaudi, 2022

°ascoltando Carmen Consoli – AAA Cercasi – https://www.youtube.com/watch?v=Grusghz2fnA&t=4s

 

24 novembre 2022

Una (non)poesia per dire NO!

 


Contro la violenza sulle donne,
in ogni parte del mondo,
oggi, domani, dopodomani e sempre.

***

NO

Contro  la violenza fisica, psicologica e spesso legalizzata sulle donne di tutto il mondo

rivendico il diritto di dire no
non voglio più stare con te
e no, non voglio essere toccata
– e ricorda, picchiare è molto più che toccare –
no, non voglio essere additata
se non voglio essere madre – e ricorda,
per ogni madre che nasce anche un uomo ha partecipato  −
rivendico il diritto di non essere uccisa
se non voglio più stare con te
se ora non voglio essere tua sua di nessuno
o se non voglio diventare madre

semplicemente
rivendico il diritto di esistere
con gli stessi  diritti di un uomo

IreneMarchi2022


19 aprile 2022

Curiosità

 


(Quali sono le tue curiosità?)

***

 

Donne scalze

Degli uomini mi piace apprendere
il numero delle scarpe,
i vini preferiti,
gli anni che avevano
quando han fatto l’amore
la prima volta e se ricordano a che ora,
la posa in cui s’addormentano da soli,
dove rammentano di essere stati felici
tanto da non voler più uscire dalla stanza,
che eroe della Storia vorrebbero essere
recitando una parte,
che nome darebbero al loro cane,
se temono di rompere gli specchi,
se quando guidano troppo forte
e passano col rosso,
ricordano mai se hanno lasciato istruzioni
per mettere o non mettere
alla loro salma le scarpe
di cui mi hanno rivelato il numero.

Delle donne invece mi piace sapere,
se cantano volentieri da sole,
che cosa cantano di solito,
se ricordano gli oggetti della stanza
dove hanno fatto l’amore la prima volta,
con quale attore della storia del cinema
avrebbero voluto passare una notte,
se la bugia che le ha salvate da un guaio
ora me la potrebbero raccontare,
se amano il loro nome
e come avrebbero voluto chiamarsi,
se a loro non è mai piaciuto.
E se vorrebbero la borsetta nella bara
– delle scarpe non chiederei nulla,
non mi parrebbero necessarie
come agli uomini, per frenarne l’impeto
di correre nella morte,
le scalze farebbero meno rumore e meno paura
tornando una notte a casa,
dove le amano ancora,
senza semafori e limiti da violare.

Roberto Pazzi  (Ameglia, 1946), da Un giorno senza sera, La nave di Teseo, 2020

°ascoltando Blood Sweat & Tears – And When I Die https://www.youtube.com/watch?v=ovhV_zSOVSc

 

24 novembre 2021

(e ogni giorno)


 


Speriamo

che sia femmina speriamo, che possa
amare chi vuole e non per forza
chi la vuole – o chi le impongono
tradizioni? religioni? prigioni? –
ancora speriamo che sia femmina
e abbia mille sorelle speriamo
mai pianga per esser nata femmina
speriamo possa dire anche un no
senza essere ammazzata e sì,
senza che le venga detto puttana,
hai detto sì! – ed essere ammazzata

speriamo possa vestirsi di rosso
di giallo di nero, poi corta lunga
stretta grassa magra e madre o non
madre da sola o forse no – insomma,
più o meno come è consentito
a un maschio – e magari speriamo
non le venga mai chiesto com’eri vestita?

speriamo, sì, che fin dal primo giorno
le insegnino anche ad amarsi

©irene.marchi.2021

 

°ascoltando Mia Martini – Donna https://www.youtube.com/watch?v=wkeIC7qXuaI


14 ottobre 2021

Nel caso servisse

 


(Una poesia per chi gli serve)

***

Se mai ti servisse, è qui

Prendila: è tua.
Strappala dal libro
o fai una fotocopia
piegala a metà
e poi ancora a metà
e mettila nel portafogli
o tra il materasso e le molle
o fissala al banco con lo scotch
così che sia lì
se.

Sappi questo: che ciò che è successo
al tuo corpo
alla tua testa
al tuo cuore
non è colpa tua.
Non lo meritavi,
non sei stata tu a causarlo.

È come incolpare te stessa
se qualcuno ti colpisce la mano
con un martello.
(Se quella persona sei tu,
metti via il martello.
Fa’ pure finta sia stato un incidente.
Falla finire lì.)

Il corpo, il cuore, la mente
sanno guarire. Sanno ricucirsi
insieme. Si sanno suturare,
mettere al sicuro. Lasciali lavorare.
Il tuo corpo è tuo. Il tuo corpo
sarà per sempre tuo.

Tu non sei ciò che è successo.
La tua intera vita
non è solo questo. La tua lingua
non è fatta di questo, questo
non è il tuo nome.

Il tuo nome è solo tuo.

Lascia che il tuo nome sia
quello di qualcuno
che può fare l’impensabile,
che può risollevarsi e andare avanti.
Tu sei in piedi. Riesci a fare
la doccia e colazione.
Vai a scuola
o al lavoro. Tu fai cose
difficili, impossibili. Continua
e continua, vai avanti e c’è
l’estate. Ridi anche se
con rabbia. Apri la bocca
e i pugni. Dì la verità.
Dilla a un amico. Ascolta
il cuore a qualcun altro. Sta pulsando
un miracolo. Voi siete
entrambi qui.

Le cicatrici, quelle nuove,
splendono. Sii tutto il luccicare
che ti serve.

Daphne Gottlieb (1968, Stati Uniti), da Poesie per ragazze di grazia e di fuoco, a cura di Karen Finneyrock, Rachel McKibbens, Mindy Nettifee, Rizzoli 2018, traduzione di Eugenia Galli e Tommaso Galvani

♥ ascoltando Sheryl Crow – Run, Baby, Run https://www.youtube.com/watch?v=N6PXr8je1a0


20 agosto 2021

Urlare

 

(Bisogna urlare)

 

Non ho voglia di aprire la bocca
di che cosa devo parlare?
che voglia o no, sono un’emarginata
come posso parlare del miele se porto il veleno in gola?
cosa devo piangere, cosa ridere,
cosa morire, cosa vivere?
io, in un angolo della prigione
lutto e rimpianto
io, nata invano con tutto l’amore in bocca.
Lo so, mio cuore, c’è stata la primavera e tempi di gioia
con le ali spezzate non posso volare
da tempo sto in silenzio, ma le canzoni non ho dimenticato
anche se il cuore non può che parlare del lutto
nella speranza di spezzare la gabbia, un giorno
libera da umiliazioni ed ebbra di canti
non sono il fragile pioppo che trema nell’aria
sono una figlia afgana, con il diritto di urlare.

Nadia Anjuman (Herat, Afghanistan, 1980 – Herat,  2005)

***

Con lo schioppo in spalle
Mi hai accolta
Scarruffato e coperto di stracci
Questo non sei tu
Si era deciso
Che un uomo su un cavallo rosso…
Tu invece mi hai messo in testa
Una corona di boccioli di papavero
Fiori rossi?
E farfalle mezze morte
Sono cadute a terra
Lasciami andare
Mi fai paura
Hai nascoste nelle tasche mine
Che uccidono la gente
Hai buttato il tuo cuore in una buca
I tuoi baci hanno la tua voce
Che mi arriva stanca e roca:
Vieni, andiamo a casa.
Se mi baci
Le tue mine saranno disinnescate
I tuoi fucili
I tuoi papaveri
Il tuo bacio
Diverranno bianche colombe
Con un delicato bocciolo nel loro becco.

Mahbubeh Ebrahimi (poetessa afghana)

  • ascoltando: ... questa volta niente. Quale musica si può associare alle notizie che arrivano in questi giorni, e a quelle che continueranno ad arrivare,  da ogni parte di questo mondo disperato?
 , , , , , ,

29 giugno 2020

Storie di donne

 

 


Houston, we have a problem

(mi raccontarono la storia di un uomo finito sulla luna:
un uomo in bianco e nero)

io conosco storie di donne che entrano in un cuore
grande come un pugno
e che lasciano impronte nei respiri
in letti da rifare
in cucine dal profumo di spezie
in discorsi che restano sospesi
(nel fumo di sigarette fra le dita)
in liste della spesa
(calligrafie minute su fogli bianchi,
appena stropicciati in un angolo)
in un’attesa che dura quanto un figlio
(che è cresciuto e andato via)

donne senza bombole d’ossigeno
senza una base a dar loro coordinate
che fluttuano in un’apnea d’amore
tra stelle interrotte dal buio e silenzi
intercalati da parole: quelle sbagliate
donne nella cui anima si annidano speranze
e restano lì,
come gusci vuoti in memoria.

Carla Lebowski Cavallini, eteronimo di Emilio Piccolo (fonte: Centro Cultural Tina Modotti Caracas https://cctm.website/)

*ascoltando Anoushka Shankar – Breathing under water https://www.youtube.com/watch?v=Z_HT-d8W1_M


8 marzo 2019

Forti (o comunque non deboli)

 


Paul Gauguin, particolare da Due donne Tahitiane con germogli di mango, 1899

 

Voglio scusarmi con tutte le donne
che ho definito belle
prima di definirle intelligenti o coraggiose
scusate se ho fatto figurare
le vostre semplicissime qualità innate
come le prime di cui andar fiere quando il vostro
spirito ha sbriciolato montagne
d’ora in poi dirò cose come
siete resilienti o siete straordinarie
non perché non vi ritenga belle
ma perché siete ben più di questo

Rupi Kaur,  da Milk and Honey, parole d’amore, di dolore, di perdita e di rinascita, traduzione di Alessandro Storti, 2017

°ascoltando Neneh Cherry – Woman https://www.youtube.com/watch?time_continue=11&v=7nhZubpWHYg


20 ottobre 2018

Sbagliata?

 

… sbagliato è sentirsi sbagliate.

***

O troppo alta, o troppo bassa,
le dici magra, si sente grassa,
son tutte bionde, lei è corvina,
vanno le brune, diventa albina.

Troppo educata! piaccion volgari!
Troppo scosciata per le comari!
Sei troppo colta e preparata,
intelligente e qualificata,
il maschio è fragile, non lo umiliare,
se sei più brava non lo ostentare!

Sei solo bella ma non sai far niente,
guarda che oggi l’uomo è esigente,
l’aspetto fisico più non gli basta,
cita Alberoni e butta la pasta.

Troppi labbroni, non vanno più!
Troppo quel seno, buttalo giù!
Sbianca la pelle, che sia di luna
Se non ti abbronzi, non sei nessuna!

L’estate prossima, con il cotone
tornan di moda i fianchi a pallone,
ma per l’inverno, la moda detta,
ci voglion forme da scolaretta.

Piedi piccini, occhi cangianti,
seni minuscoli, anzi, giganti!

Alice assaggia, pilucca, tracanna,
prima è due metri poi è una spanna

Alice pensa, poi si arrabatta,
niente da fare, è sempre inadatta
Alice morde, rosicchia, divora,
ma non si arrende, ci prova ancora.

Alice piange, trangugia, digiuna,
è tutte noi,
è se stessa, è nessuna.

Lella Costa, dalla Prefazione ad Alice nel paese delle meraviglie, Baldini Castoldi Dalai, 2010


*ascoltando Carmen Consoli – AAA Cercasi https://www.youtube.com/watch?v=Grusghz2fnA

 


8 marzo 2018

Un mare di luce

 


Un mare di luce in ogni donna

 

Notre-Dame Notre-Dame

Una, la donna, o innumerabile?
Non può il cuore deciderlo,
la conoscenza non è salda.
Fuori
e dentro la vita
si tendono l’una verso l’altra
loro dalla loro eternità,
non giungono
esse però
a stringersi la mano,
si frappongono cascate
di forza non rappresa,
sfaceli
di età non conosciute le dividono
l’una dall’altra e tutte da me
che guardo stupito quella maschera
bruciare di una fragile
e vibrante identità
e mi perdo nel mare di luce che le è dietro,
in quello straripante lievito
azzurro della muliebrità oppure in me medesimo?

Mario Luzi (1914-2005), da Per il battesimo dei nostri frammenti, Garzanti, 1985

                    °ascoltando Etta James – Woman https://www.youtube.com/watch?v=knYLtAuKj8c

Ipotesi di percorso

  (Perdersi tra l'argento degli ulivi mi sembra un bellissimo programma) ***   Dobbiamo cercare sepolture nel volo delle rondini i...