29 marzo 2020

Percezioni differenti

 


Una situazione  piuttosto frequente…

***

Io e te

Io spiego con calma. Tu
mi senti urlare. Tu
provi un’altra strada. Io
sento vecchie ferite riaprirsi.
Tu vedi entrambi i lati. Io
vedo i tuoi paraocchi. Io
sono conciliante. Tu
sospetti un nuovo egoismo.
Io sono una colomba. Tu
riconosci il falco. Tu
offri un ramo di ulivo. Io
sento le spine.
Tu sanguini. Io
vedo lacrime di coccodrillo. Io
indietreggio. Tu
barcolli per l’impatto.

 

Roger McGough (Liverpool 1937),  da Eclissi quotidiane. Poesie scelte 1967-2002, a cura di Franco Nasi, Edizioni Medusa, 2004

°ascoltando Cat Stevens – Maybe You’re Right https://www.youtube.com/watch?v=OHohGsyiqhY


27 marzo 2020

Destinazione d’uso

 


Ci sono luoghi che non  si possono dimenticare: possono trasformarsi, nel tempo, diventando magari più belli, ma nella nostra memoria rimarranno sempre com’erano  quando li abbiamo amati.

Quali sono i tuoi luoghi indimenticabili?

***


Pensione Silvano

Erano camere
dove si andava a fare l’amore.

Ora sono stanze
per uffici di una compagnia
di assicurazioni.

È la strategia di una resa.

Giovanni Fierro (Gorizia, 1968), da Lasciami così, Sottomondo ed. , 2004

*ascoltando Rino Gaetano – Ad esempio a me piace il sud https://www.youtube.com/watch?time_continue=11&v=pB4r7bcIZ5M&feature=emb_title


26 marzo 2020

Nudi

 


«ànima  s. f. [dal lat. anĭma (la versione femminile di animus, con il significato di spirito) da ricondurre al gr. ἄνεμος «soffio, vento»]. – 1. Nell’accezione più generica, il principio vitale dell’uomo, di cui costituisce la parte immateriale, origine e centro del pensiero, del sentimento (…)» da Vocabolario Treccani

***

Nudi

A terra gli abiti
e tutte le definizioni
– salirà il  vento che strappa la paura –
balleremo sopra le distanze
rideremo dentro agli occhi

solo nude
le anime si possono parlare.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Edizioni, 2020

 

°ascoltando Van Morrison – Into the Mystic https://www.youtube.com/watch?v=pbZf8GY1-Ag




25 marzo 2020

Scegli un titolo

 


 


Se la nostra vita fosse un film e la guardassimo dal di fuori,
proprio come se fossimo al cinema,
che titolo avrebbe il tuo film?

***
 

Assonanza

La vita: quel vecchio film.
E questa strana sensazione
di esserti perso
qualcosa d’importante
della trama.

°°°

Asonancia

La vida: esa vieja película.
Y esta extraña sensación
de haberte perdido
algo importante
de la trama.

Alfonso Brezmes, da Don de lenguas (2015) traduzione di Mirta Amanda Barbonetti (fonte www.filidaquilone.it)

°ascoltando  Okkervill River –  Our Life is Not a Movie or Maybe https://www.youtube.com/watch?v=j6Z53Jc7xiw


24 marzo 2020

C’era una volta…

 

  … e ci sarà ancora.

***

Il ciliegio

C’era un uomo
coi capelli bianchi
innamorato di un ciliegio.
E quando veniva
la primavera si
metteva sotto i rami
e aspettava che i fiori
gli cadessero nelle mani
e lui li faceva arrivare
a terra piano piano.

Tonino Guerra (Santarcangelo di Romagna, 1920-12012), da L’infanzia del mondo. Opere 1946-2012

 

°ascoltando  Angelo Branduardi,  Il ciliegio, https://www.youtube.com/watch?v=L4LmIT6HbIo

 

23 marzo 2020

Non durerà per sempre

 

Non mi riferisco all’amore tra i due personaggi del quadro, ma alla distanza forzata che il  maledetto Covid-19 sta imponendo a migliaia di coppie in tutto il mondo. Non durerà per sempre, e i personaggi di questo quadro (e tutte le altre coppie 'distanziate') prima o poi si rivedranno.

***

Passo il giorno

Passo
il giorno
a guardarti
negli occhi.

Sono mesi
che non ti vedo.

Antonio Rigo (Palma de Mallorca, 1957), da Álbum Blanco, Baile del Sol, 2014

°ascoltando Pink Floyd – Wish You Were Here https://www.youtube.com/watch?v=DPL_SV3n7IU


22 marzo 2020

Come una nuvola

 




Fatti nuvola

Il tempo t’insegnerà
a essere nuvola:
cambierai forma nel vento
senza aspettare il tramonto
per sentirti colore.

Fatti nuvola
per sfiorare gli alberi
per vedere meglio ogni cosa
per sorridere nel buio

e fatti nuvola – se vuoi –
anche per piangere.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Edizioni, 2020

 

Il momento difficilissimo che stiamo vivendo offusca un po’ tutto: ciò che non riguarda “l’essenziale” passa (giustamente) in secondo piano, e penso che questo ci possa insegnare molto. Spero che non ce lo dimenticheremo quando torneremo alla “normalità”.

Nel frattempo restiamo a casa... e #Iorestoacasa con la poesia che, in genrale, sa fare compagnia. Ieri è  uscita la mia terza raccolta di poesie “L’uso delle parole e delle nuvole”, edita da Cicorivolta Edizioni (che ringrazio anche qui  per la fiducia): è una raccolta più “morbida” rispetto alle prime due. Lascio qui sotto la nota introduttiva... grazie se hai letto fin qui!

Nota introduttiva:
Tutte le poesie di questa raccolta ruotano in qualche modo attorno alle parole (quelle dette e non dette, scritte e non scritte, le parole che ci definiscono o in cui non ci riconosciamo più, quelle che rimangono con noi o quelle che vorremmo cancellare, e così via) oppure al cielo, e in particolare alle nuvole (e a tuttele loro manifestazioni: pioggia, neve, rugiada…).
Ho voluto raccontare una sorta di antitesi tra l’uso delle parole, capaci talvolta di ferire o comunque spesso incapaci di far stare bene (perché male utilizzate, se non addirittura assenti) e l’uso delle nuvole. Ma che cosa vuol dire l’uso delle nuvole? Mi riferisco alla possibilità di trarre consolazione, o semplicemente di trovare ascolto e compagnia, da questi elementi naturali. E proprio dalle nuvole vorrei imparare un linguaggio delicato, lieve, privo di aggressività.
Sono certa di non essere da sola in questa ricerca, perciò,
sebbene queste poesie nascano da un vissuto o da un punto di vista inevitabilmente personali, mi rivolgo, sempre, a un tu universale che spero si possa ritrovare (anche soltanto per un attimo) tra queste righe.
Irene Marchi



21 marzo 2020

Nonostante tutto

 


 

Nonostante tutto, è di nuovo primavera.

(Nonostante tutto, proviamo a non farci male.)

***

 

Un soffio

Vorrei essere
un profumo
leggero, tra i frammenti
di nuvole e cielo

solo un soffio
– vorrei essere –
di musica, presente
anche nel silenzio.
Ma in quello che posso essere
vorrei soltanto non farti male.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Edizioni, 2020


*ascoltando Brian Eno & Harold Budd – First Light –  https://www.youtube.com/watch?v=GXUA6WaT5j0


19 marzo 2020

Strategie creative

 




In gran segreto
ho raccolto il bicchiere in cui avevi bevuto
e l’ho portato a casa.
La sera, quando torno da lavoro,
lo metto sotto il rubinetto
e vedo un bacio che galleggia nell’acqua.

Jairo Anibal Nino (Colombia, 1941-2010), da Mi fa male la pancia del cuore. Poesie d’amore dai banchi di scuola, traduzione di  Anna Mioni, Sonzogno, 2001

°ascoltando Ben Harper – Steal My Kisses https://www.youtube.com/watch?v=BSTBs3IEVQ


16 marzo 2020

Sospesi

 


Marzo 2020: siamo tutti sospesi, in attesa.
Respiriamo piano per non farci trovare dalla paura.

°°°
(La poesia che riporto oggi non è stata scritta in questi giorni,
ma esprime bene il senso di sospensione che stiamo vivendo)

Come

Stare leggeri.

Come quando
la vita ti bastona
e uno respira piano
per non fare male all’aria.

Giancarlo Consonni (Merate, 1943), da Luì, Einaudi, 2003

*ascoltando Jeff Beck – Suspension https://www.youtube.com/watch?v=aTtZS3JPvCo


11 marzo 2020

Lontano

 


Lettera II


Piove sulla sera e sul tuo ritratto.
La farfalla rinchiude la sua allegria.
Dentro il calamaio è rimasta vuota
la penna con cui scrivo. Dorme il gatto.

Io guardo il sale, guardo la mia scarpa,
guardo la sera che diventa fredda.
Non mi appartiene nulla. Si direbbe
che il cielo abbia traslocato per un po’.

Ora che la brezza prega e il mare arde
le ragazze appostate nella sera
si sorrideranno dentro ogni specchio.

Poiché è domenica e nessuno piange,
lancerò nel tempo i miei garofani
senza pensare a dove sei. Lontano.

 

°°°

Carta II

Llueve contra la tarde y tu retrato.
La mariposa enferma su alegría.
Sobre el tintero se quedó vacía

la pluma con que escribo. Duerme el gato.

Miro para la sal, para el zapato,
para la tarde que se pone fría.
Nada me pertenece. Se diría
que el cielo se ha mudado por un rato.

Como la brisa reza y el mar arde,
las muchachas que están bajo la tarde
se sonreirán en todos los espejos.

Como es domingo, como nadie llora,
yo echaré mis claveles en la hora
sin acordarme de que tú eres. lejos.

Carilda Oliver Labra (Matanzas, Cuba, 1922 – 2018), da Antología de la poesía heroica y cósmica de Carilda Oliver Labra https://studylib.es/

°ascoltando Astor Piazzolla – Libertango qui



10 marzo 2020

Per provare a sorridere un po’ (comunque)

 


Ecco… dato il (difficile) momento di distanze necessarie e obbligatorie (purtroppo), il problema che questa poesia pone… è già risolto.
(Speriamo per tutti che questa situazione migliori al più presto. Un abbraccio virtuale a chi passa di qui; #restiamoacasa e soprattutto #restiamoumani)

***

Se un giorno

Se un giorno ci venisse in mente di incontrarci
(cosa di cui in fondo dubito)
allora per amor di Dio scegliamo un luogo
in cui nessuno di noi  è mai stato prima.
Una qualche isola in disparte nell’Egeo
o una spiaggia nei pressi di Alessandria.
Un posto dove i giardini notturni non ci portino
subito a vedere noi stessi
come fantasmi, dove la gente scorgendoci
non finisca subito per pensare
a chi è morto dopo il nostro ultimo incontro
e dove non compariamo nelle loro storie.
Potremmo passare la notte insieme
a bere, a parlare di nulla
e magari remare sul mare al chiaro di luna
e se non ci venisse in mente di annegarci
potremmo separarci prima dell’alba
felici, prima di essere tornati sobri.
– Se dunque esiste un posto così
(cosa di cui come ho detto dubito)
un posto in cui persino certi tardi sprazzi di sole
e i profumi di certi alberi notturni
di tanto in tanto non ci ricordino che abbiamo provato
tutto questo tante volte prima, senza successo.
Oppure lasciamo perdere l’idea di incontrarci.

Henrik Nordbrandt (Danimarca, 1945), da Il nostro amore è come Bisanzio, traduzione di Bruno Berni, Donzelli editore

°ascoltando Duane Allman & Eric Clapton – Studio Jams


8 marzo 2020

Uniamo i puntini

 



In un mondo che sembra fatto solo di muri, di barriere – fisiche,  mentali, sociali o ideologiche – di distanze imposte o volontarie, siamo come tanti puntini isolati. E manca la matita per tracciare un segno e unirli, mancano i ponti…

Però c’è il pensiero, con cui si può fare ponte, con cui si può inviare idealmente e a un indirizzo indefinito un “Come stai? Andrà tutto bene … lo spero”.

***

La lettera che cerco
di non scriverti
scrivendo tante lettere
sulle lettere è una lettera
di infiniti indirizzi
da me a me
da te a te
da te a me
mai da me a te
non posso si trasformerebbe
comunque in un amo
che strappa le labbra

Chandra Livia Candiani, da Io con vestito leggero, Campanotto Editore, 2005

°ascoltando Bob Marley – Three Little Birds https://www.youtube.com/watch?v=9qqDuEP4okw


 


 


 

5 marzo 2020

“We are stardust”

 

 “(…) We are stardust
Billion year old carbon
We are golden (…)”

Così cantava Joni Mitchell in Woodstock (il brano da lei scritto nel 1969),  e negli anni ‘80 l’astrofisico e divulgatore scientifico Carl Sagan spiegava proprio che “siamo fatti della stessa materia delle stelle”. Questo (e molto altro) dice Ernesto Cardenal (poeta, monaco e teologo nicaraguense) nel suo lungo Cantico Cosmico (scritto nel 1992, considerato una delle espressioni maggiori della poesia latino-americana), e di cui riporto qui solo alcune righe.

Cardenal si è spento a 95 anni pochi giorni fa (il 1° marzo 2020). Leggendo la storia della sua vita, quello che più mi ha colpita, oltre allo spirito rivoluzionario, è la sua idea della poesia e dell’arte: per lui erano un bene e un diritto di tutti, senza alcun tipo di distinzione, quindi imprescindibili anche per chi sperimenta povertà e privazioni. In Nicaragua fondò (negli anni ’60) una comunità religiosa nell’isola di Solentiname, che divenne il centro culturale più stimolante del piccolo paese centroamericano. Lì nacque una scuola di pittura primitivista e soprattutto una scuola di poesia che si diffuse oltre i confini del paese. La comunità fu anche partecipe della lotta armata contro la dittatura di Somoza e Cardenal stesso fu a capo del fronte di Liberazione sandinista, e per questo dovette poi fuggire all’estero. Nel 1979, rientrato a Managua insieme ai partigiani che avevano sconfitto il dittatore,  diventò Ministro della Cultura del primo governo sandinista.  Fu quindi una delle guide della crociata di alfabetizzazione, lanciata dal fratello Fernando, e riconosciuta come esempio mondiale dall’UNESCO. Nel 2005 creò un laboratorio  di poesia (ancora oggi attivo) con i bambini in cura all’ospedale oncologico “La mascota” di Managua.

(Leggendo questi versi è impossibile non andare con la mente all’altro “poeta dell’universo”, Walt Whitman).

(…)
Nascevano, crescevano e morivano le stelle.
E la galassia andava acquistando forma di fiore
come oggi la vediamo nella notte stellata.
La nostra carne e le nostre ossa vengono da altre stelle
e anche forse da altre galassie,
siamo universali,
e dopo la morte contribuiremo a formare altre stelle
e altre galassie.
Di stelle siamo fatti e alle stelle torneremo.
(…)

Ernesto Cardenal (Granada, Nicaragua, 1925 – Managua, 2020), brano  tratto dalla raccolta Cantica 4 di Cantico Cosmico, traduzione dallo spagnolo di Martha Canfield

 

*ascoltando  Stardust (cantata da Nat King Cole) https://www.youtube.com/watch?v=DjU6ZjrQulc

 


3 marzo 2020

In quale mondo vivi? (E in quale vorresti vivere?)

 


Se esistono altri mondi abitati, spero che almeno lì non esista la guerra.O che almeno una guerra non duri più del tempo che serve a pronunciare la parola “guerra”.

(Qui, in questo mondo, nel 2020, è invece ancora in corso una guerra iniziata ormai quasi dieci anni fa. E no, non è una congettura, e neppure fantascienza).

***

In alcuni mondi si è confermata
la congettura di Riemann sui numeri primi

In alcuni mondi sono strappate
ad antichissimi funghi confessioni sommarie

In qualche mondo il buio piú profondo è illuminato
da meravigliose pietre parlanti

In parecchi mondi l’estate dura
un secolo, e quelli che hanno la sfortuna

di nascere nei secoli invernali
trascorrono la vita dormendo

rivoltati e rinvolti nelle pellicce
bozzoli grigio chiari

In alcuni mondi anche questa poesia
è già stata scritta e scartata.

Lars Gustafsson (Västerås, 1936 – 2016), da Sulla ricchezza dei mondi abitati, traduzione di Maria Cristina Lombardi, Crocetti Editore, 2010

°ascoltando Pink Floyd – Marooned https://www.youtube.com/watch?v=P7YMI39sObY

 

 

2 marzo 2020

Tu ribellati!

 

Con questa pioggia uggiosa non vorrai mica indossare due guanti dello stesso colore!?

***

Al figlio

Stasera ho pensato di insegnarti questo:
tu ribellati
qualunque cosa accada: ribellati
ribellati alle lettere allineate
ai colori alle cornici intorno al foglio
agli indici nei libri alle immagini nel verso giusto
agli orli alle cinture ai calzini uguali
ai bottoni sempre nelle asole
e alle asole sempre in cerca di bottoni
ai saponi alle creme ai dentifrici raccomandati
alla pelle che si rimargina alle cicatrici ai calli ossei
alle donne ai sentimenti ai patimenti
al tempo che guarisce tutto
e al dolore che si lascia guarire

a me soprattutto, e certo!

Carla Lebowski Cavallini, eteronimo di Emilio Piccolo (fonte: Centro Cultural Tina Modotti Caracas https://cctm.website/)

°ascoltando Bob Marley – Rebel Music https://www.youtube.com/watch?v=nEGeixI55Ro